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Aereo azero abbattuto per errore, Putin ammette: “Due missili russi esplosi vicino al velivolo”

Pubblicato: 09/10/2025 18:51

Era il giorno di Natale del 2024 quando un volo di linea della Azerbaijan Airlines, partito da Baku e diretto a Grozny, in Cecenia, precipitò in Kazakistan, nei pressi di Aktau, sulle sponde del Mar Caspio. I piloti avevano lanciato il mayday e annunciato un atterraggio di emergenza, ma non riuscirono a controllare la discesa: l’aereo si schiantò al suolo, esplodendo in una palla di fuoco. Morirono 38 persone, mentre 29 passeggeri sopravvissero al disastro.

All’inizio si parlò di un guasto tecnico o di un impatto con uno stormo di uccelli, ma poche ore dopo lo schianto in rete iniziarono a circolare immagini della fusoliera crivellata di colpi, alimentando un’ipotesi ben più grave: che l’aereo fosse stato abbattuto per errore dalle forze russe, impegnate a rispondere a un attacco di droni ucraini sulla Cecenia. La tragedia provocò tensioni diplomatiche immediate tra Mosca e Baku, e la compagnia azera sospese i voli verso sette città russe.

A quasi un anno di distanza, il 9 ottobre 2025, Vladimir Putin ha rotto il silenzio. Durante un incontro a Dushanbe con il presidente azero Ilham Aliyev, il leader del Cremlino ha ammesso che «due missili della contraerea russa sono esplosi vicino all’aereo», confermando così la pista dell’errore militare. «I proiettili — ha spiegato Putin, citato dalla Tass — non hanno colpito direttamente il velivolo, che altrimenti sarebbe precipitato sul posto, ma sono esplosi a dieci metri di distanza, danneggiandolo con i frammenti».

Putin ha inoltre chiarito che, dopo l’esplosione dei missili, all’equipaggio era stata offerta la possibilità di atterrare all’aeroporto russo di Makhachkala, ma i piloti avevano scelto di tentare il rientro a Baku. Poco dopo, però, il velivolo aveva deviato verso il Kazakistan, dove si sarebbe schiantato nel tentativo di un atterraggio d’emergenza vicino ad Aktau.

«Il primo fattore che ha provocato la tragedia è stata la presenza dei droni ucraini in cielo — ha detto Putin —, il secondo è stato un malfunzionamento del sistema di difesa aerea russo». Il presidente ha promesso che la Russia «farà tutto il necessario per risarcire le famiglie delle vittime».

Un’ammissione tardiva, che chiude un anno di silenzi e speculazioni, ma che lascia aperte molte ferite — non solo politiche, ma soprattutto umane — in una tragedia che aveva già assunto il sapore amaro dell’errore e della verità taciuta.

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Ultimo Aggiornamento: 09/10/2025 19:05

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