
Durante il vertice di Sharm el Sheikh, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha aperto alla possibilità che anche l’Italia possa riconoscere la Palestina, definendo l’accordo raggiunto come un punto di svolta. «Quando ci saranno le condizioni riconosceremo la Palestina» – ha dichiarato – sottolineando che per Roma questa è una giornata storica, non di chiusura ma di ripartenza.
L’Italia pronta a contribuire alla ricostruzione

Meloni ha spiegato che il governo è già al lavoro per mettere a punto «un paper che raccolga tutte le iniziative che l’Italia può realizzare e condividere con i partner internazionali». Tra le priorità indicate figurano gli interventi umanitari, in continuità con il progetto “Food for Gaza”, e un sostegno sanitario diretto attraverso l’invio di strutture sul posto.
La premier ha ricordato anche il ruolo della Protezione civile, della Croce Rossa e dei militari italiani, pronti a intervenire per aiutare la popolazione palestinese. Sul fronte della ricostruzione, Meloni ha aperto a una collaborazione ampia, coinvolgendo sia la cooperazione allo sviluppo sia il settore privato, con l’obiettivo di rafforzare la stabilità della regione.
“Non è tempo di protagonismi, ma di soluzioni concrete”

Al termine del vertice, presieduto da Donald Trump e dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, Meloni ha ribadito che non è ancora il momento di discutere della creazione di un “board per Gaza”, ma ha assicurato che l’Italia è pronta a sostenere qualsiasi iniziativa concreta per garantire la pace.
Sul piano della sicurezza, ha ricordato che i carabinieri italiani già operano a Gerico nella formazione della polizia palestinese, e che l’Italia partecipa alla missione europea a Rafah. «Siamo pronti a implementare la nostra presenza, fino ad arrivare alla partecipazione a una forza di stabilizzazione, previo passaggio parlamentare – ha precisato –. E stavolta si potrebbe anche votare all’unanimità».
Una presenza italiana anche per il monitoraggio del cessate il fuoco
La premier ha chiarito che un eventuale impiego di soldati italiani non avrebbe natura di interposizione ma di monitoraggio del cessate il fuoco, previa risoluzione delle Nazioni Unite. «Se viene richiesta la presenza dell’Italia – ha aggiunto – mi presenterò in Parlamento per chiedere il via libera. Da parte mia c’è la volontà politica».
“Serve lucidità, non protagonismo”
Meloni ha infine ammonito sulla necessità di evitare gesti o parole che possano alimentare le tensioni. «Il rischio più grande è di non essere pragmatici – ha detto –. Chi vuole davvero una pace giusta in Medio Oriente sa che questo è il tempo del lavoro, non della prima fila».
Con il suo intervento a Sharm el Sheikh, la premier ha voluto ribadire il ruolo dell’Italia come ponte di dialogo e come attore pronto a contribuire alla stabilità del Medio Oriente, in un momento che ha definito storico per la comunità internazionale.