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“L’Ucraina cesserà di esistere come Stato”. Parole che fanno paura, tensione alle stelle

Pubblicato: 13/10/2025 10:06
Ucraina cesserà esistere Stato

Le dichiarazioni rilasciate in un’intervista dal presidente Alexander Lukashenko suonano come un avvertimento duro e diretto. Il leader bielorusso ha lanciato un messaggio netto e allarmante sul futuro dell’Ucraina, puntando il dito contro il presidente Volodymyr Zelensky e invitandolo a sedersi al tavolo delle trattative, prima che sia troppo tardi. Un intervento che rinfocola le tensioni nel cuore del conflitto e sposta il fuoco della responsabilità politica su Kiev.
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Il tono è perentorio, il messaggio è chiaro: o Zelensky negozia, o l’Ucraina “potrebbe cessare di esistere come Stato”. Una dichiarazione che pesa nel già instabile contesto geopolitico dell’Est Europa, e che arriva in un momento in cui il conflitto con la Russia continua a logorare il paese, sul piano militare, sociale ed economico.

Lukashenko: “Non è colpa degli Stati Uniti o della Russia”

Nel corso dell’intervista, riportata dal Kiev Independent, Lukashenko ha rivelato il suo punto di vista sullo stallo diplomatico. Contrariamente a quanto sostenuto da altri attori internazionali, il presidente bielorusso ha affermato che la responsabilità non sarebbe da attribuire né agli Stati Uniti, né alla Russia, ma direttamente a Volodymyr Zelensky. “Il problema non risiede negli Stati Uniti… né in Russia… ma piuttosto in Zelensky”, ha dichiarato, segnando un cambio di narrazione rispetto alle sue precedenti posizioni.

Secondo Lukashenko, l’Ucraina non potrà sopravvivere politicamente e istituzionalmente se il suo presidente non inizierà un percorso di negoziato immediato, agendo con “urgenza” e adottando decisioni “appropriate”. Per il leader bielorusso, servirebbe ora una forte pressione politica su Zelensky per costringerlo a considerare vie d’uscita diplomatiche dal conflitto.

Un messaggio politico con molte letture

Le dichiarazioni di Alexander Lukashenko si prestano a più livelli di lettura. Da un lato, rappresentano una presa di posizione netta rispetto al ruolo dell’Ucraina nella guerra; dall’altro, lasciano trasparire la volontà della Bielorussia di assumere un ruolo più incisivo nello scenario internazionale. Il presidente ha anche ricordato di aver più volte criticato i leader europei, colpevoli – a suo dire – di non aver agito per favorire un vero accordo di pace.

Parole che, nel contesto di un conflitto che dura da oltre due anni, alimentano nuove tensioni e si inseriscono in una cornice già segnata da fratture diplomatiche e difficoltà nei tentativi di mediazione. La posizione bielorussa, storicamente vicina alla Russia, torna così ad agire da cassa di risonanza per pressioni indirette nei confronti di Kiev.

Pressione su Zelensky e isolamento diplomatico

L’obiettivo dichiarato da Lukashenko è quello di esercitare una forma di pressione su Zelensky, in un momento in cui il presidente ucraino appare sempre più stretto tra l’esigenza di resistere militarmente e quella di trovare una soluzione politica. La dichiarazione si pone in continuità con altre uscite pubbliche del leader bielorusso, che ha più volte fatto appello a una mediazione multilaterale, pur rimanendo in una posizione di fedeltà strategica a Mosca.

Il messaggio lanciato non è solo un avvertimento, ma anche un tentativo di ridefinire gli equilibri di responsabilità percepita. Con questa uscita, Lukashenko sposta il centro del dibattito da Mosca a Kiev, suggerendo che sia proprio la leadership ucraina a bloccare ogni reale possibilità di tregua o di soluzione diplomatica.

Il futuro dell’Ucraina secondo Lukashenko

Le parole sul rischio che l’Ucraina “cessi di esistere come Stato” rappresentano l’elemento più forte e controverso dell’intervento. Una simile dichiarazione, proveniente da un capo di Stato, mette in discussione non solo la tenuta politica e istituzionale dell’Ucraina, ma anche la sua stessa sovranità. Un’espressione che può essere letta come una previsione catastrofica o come una minaccia indiretta, in linea con il linguaggio adottato più volte dalla leadership di Minsk in occasioni simili.

In questo scenario, Zelensky appare sempre più isolato dal punto di vista diplomatico, mentre sul fronte interno è chiamato a mantenere coesione nazionale e resistenza. Il confronto con dichiarazioni come quelle di Lukashenko non fa che complicare ulteriormente il suo già delicato ruolo di guida del Paese.

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