
«Ho la vita rovinata, non ho preso un euro fuori dal mio stipendio». Così Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia e oggi indagato per corruzione in atti giudiziari, si è difeso davanti ai giudici del Tribunale del Riesame, nell’udienza di questa mattina a Brescia.
L’ex magistrato è al centro dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Brescia, che indaga su una presunta tangente versata nel 2017 dai genitori di Andrea Sempio — non indagati — in cambio dell’archiviazione del fascicolo a carico del figlio, allora sospettato per l’omicidio di Chiara Poggi. A far scattare l’indagine è stato un pizzino trovato il 14 maggio scorso durante una perquisizione in casa dei Sempio: su di esso era scritto “20.30 euro – Venditti – gip archivia”.
Il legale dell’ex pm, Domenico Aiello, ha chiesto il dissequestro dei dispositivi elettronici prelevati a fine settembre durante la perquisizione condotta dal Gico della Guardia di Finanza di Brescia e dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano. «Non c’è alcuna prova di corruzione – ha dichiarato Aiello ai cronisti –. In un caso del genere devi almeno trovare il corruttore, l’ora e il luogo». La decisione del Riesame è attesa entro il 18 ottobre.
A margine dell’udienza, il difensore ha annunciato anche un nuovo ricorso al Tribunale della Libertà per il secondo filone di indagine, denominato “Clean 2”, che coinvolge Venditti per corruzione e peculato. In questa tranche, trasferita anch’essa da Pavia a Brescia per competenza, si ipotizza l’esistenza di un “sistema Pavia”, una rete di rapporti opachi tra magistrati, imprenditori, carabinieri e politici locali, emersa anche dalle dichiarazioni di alcuni testimoni.
Intanto, sullo sfondo, resta aperta la questione Garlasco. Aiello ha infatti chiesto che il fascicolo per omicidio a carico di Andrea Sempio venga trasferito da Pavia a Brescia, sostenendo che l’inchiesta sul 39enne sia il “contenitore originario” da cui è nato il filone che coinvolge Venditti.
Come ricorda l’Ansa, in base all’articolo 11 del codice di procedura penale, la competenza territoriale per i procedimenti che riguardano magistrati spetta a Brescia. Pertanto, entrambi i fascicoli – quello su Sempio e quello su Venditti – potrebbero confluire sotto la stessa procura. A sollevare formalmente la questione, tuttavia, potranno essere soltanto i difensori di Sempio o una delle procure coinvolte.