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Dazi Usa, parte la rappresaglia della Cina: “Combatteremo fino alla fine”

Pubblicato: 14/10/2025 10:06
combatteremo grave minaccia Trump

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina conosce oggi un nuovo drammatico capitolo, segnato da dazi incrociati, sanzioni e toni sempre più duri da entrambe le parti. Dopo l’annuncio del presidente Donald Trump sull’introduzione di un dazio aggiuntivo del 100% contro i prodotti cinesi, la risposta di Pechino non si è fatta attendere: dazi speciali contro le navi americane e sanzioni verso società coinvolte nell’indagine statunitense sulle pratiche commerciali del gigante asiatico.
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La tensione ha raggiunto livelli tali da spingere un portavoce del ministero del Commercio cinese a rilasciare una dichiarazione netta e inequivocabile: “Se volete combattere, combatteremo fino alla fine; se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta”.

Pechino risponde ai dazi di Trump: colpite le navi americane

A partire da oggi, la Cina ha introdotto dazi speciali sulle navi statunitensi in ingresso nei propri porti, in rappresaglia all’annuncio statunitense di misure analoghe contro le navi cinesi. Si tratta di un’escalation mirata, che colpisce direttamente il settore della cantieristica navale, uno dei punti nevralgici del commercio globale e già al centro delle tensioni economiche tra le due potenze.

Questa mossa segna un netto peggioramento delle relazioni economiche bilaterali, che già da tempo si erano inasprite a causa di accuse reciproche di pratiche sleali, sovvenzioni nascoste e manipolazione del mercato globale.

L’indagine avviata sotto Biden e proseguita da Trump

Alla base del nuovo pacchetto di dazi americani c’è un’indagine avviata inizialmente sotto l’amministrazione del presidente Joe Biden, che aveva messo sotto osservazione le strategie cinesi nei settori della cantieristica navale, della logistica e del trasporto marittimo. L’indagine, proseguita sotto l’attuale governo Trump, avrebbe portato alla conclusione che Pechino impiega metodi distorsivi del mercato internazionale, tali da giustificare un intervento protezionistico.

I nuovi dazi del 100% rappresentano una delle misure più drastiche adottate da Washington negli ultimi anni, e confermano la volontà della Casa Bianca di intraprendere una linea ancora più dura rispetto al passato. L’obiettivo dichiarato: proteggere l’industria americana da una concorrenza ritenuta sleale e sistemica.

Le sanzioni cinesi contro le filiali statunitensi della Hanwha Ocean

In parallelo all’introduzione dei dazi, la Cina ha annunciato oggi sanzioni contro cinque filiali statunitensi della Hanwha Ocean, una delle principali aziende sudcoreane nel campo della costruzione navale.

Secondo il ministero del Commercio cinese, queste società avrebbero “contribuito e sostenuto” l’indagine americana, andando a minare la sovranità, la sicurezza nazionale e lo sviluppo economico della Cina.

Tutte le transazioni commerciali e qualsiasi forma di cooperazione tra entità cinesi e queste cinque aziende sono state formalmente vietate, con effetto immediato. Un’azione che punta a colpire non solo le imprese direttamente coinvolte, ma anche a lanciare un messaggio chiaro agli attori esterni che decidono di collaborare con gli Stati Uniti nella loro politica commerciale aggressiva.

“Combatteremo fino alla fine”: Pechino mostra i muscoli

Il tono delle dichiarazioni ufficiali rilasciate da Pechino è tra i più duri registrati negli ultimi mesi. Il portavoce del ministero del Commercio ha ribadito la posizione storica della Cina in materia di guerre tariffarie: disponibilità alla negoziazione, ma nessuna sottomissione unilaterale.

“Sulla questione delle guerre tariffarie e commerciali, la posizione della Cina rimane coerente”, ha dichiarato. “Se volete combattere, combatteremo fino alla fine; se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta”.

Un linguaggio che esprime non solo fermezza, ma anche un chiaro avvertimento agli Stati Uniti: la Cina è pronta ad affrontare conflitti economici prolungati, pur di difendere il proprio modello industriale e la sua influenza globale.

Escalation che preoccupa l’economia globale

Le misure adottate oggi da Cina e Stati Uniti hanno un impatto che va ben oltre i confini dei due Paesi. Il settore navale, in particolare, è uno dei pilastri del commercio internazionale, e tensioni in questo ambito rischiano di compromettere le catene di approvvigionamento, già messe a dura prova negli ultimi anni.

Gli analisti temono che l’aumento dei dazi possa innescare una nuova spirale inflattiva, con il rincaro di merci e materiali fondamentali a livello globale. Inoltre, la posizione della Cina contro società terze – come le filiali americane di una compagnia sudcoreana – apre scenari di rappresaglie multilaterali, complicando ulteriormente la situazione.

La sfida è ormai geopolitica

Più che una semplice guerra commerciale, quella tra Cina e Stati Uniti assume sempre più le caratteristiche di uno scontro geopolitico di sistema, dove la tecnologia, l’energia, la sicurezza e l’industria diventano strumenti di pressione e dominio.

Con l’innalzamento dei dazi e la proliferazione delle sanzioni, la possibilità di un ritorno al dialogo multilaterale si fa sempre più remota. Le parole pronunciate oggi da Pechino — “combatteremo fino alla fine” — suonano come l’annuncio di una lunga fase di confronto, destinata a ridisegnare gli equilibri commerciali e politici del XXI secolo.

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