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“Come farlo in classe”: 13enne chiede aiuto a Chatgpt per mettere in atto l’orrore. Cos’è successo dopo, atroce

Pubblicato: 14/10/2025 14:36

Nel dibattito sempre più acceso sull’impatto delle nuove tecnologie nella vita dei più giovani, emergono storie che spingono a interrogarsi sui limiti e sulle responsabilità legate all’uso dell’intelligenza artificiale. Strumenti digitali nati per migliorare la vita quotidiana, informare o assistere nello studio, possono infatti trasformarsi in mezzi di rischio quando utilizzati senza consapevolezza. E quando protagonisti di certi episodi sono adolescenti, il confine tra curiosità, provocazione e pericolo diventa particolarmente sottile.

Negli ultimi anni, la diffusione delle piattaforme di intelligenza artificiale ha aperto nuove possibilità ma anche nuovi interrogativi etici. Se da un lato offrono supporto educativo, creativo e professionale, dall’altro possono diventare, nelle mani sbagliate, uno strumento capace di amplificare impulsività e comportamenti irresponsabili. È ciò che dimostra un episodio avvenuto di recente e che ha fatto discutere per la sua gravità e per la riflessione che solleva sul ruolo dei genitori, della scuola e della tecnologia nella formazione dei ragazzi.

Il messaggio scioccante scoperto online

L’episodio è accaduto in Florida, dove un ragazzo di 13 anni è stato arrestato dopo aver chiesto a ChatGPT “come uccidere un amico durante la lezione”. La richiesta, formulata attraverso l’applicazione di intelligenza artificiale, è stata intercettata grazie a Gaggle, una piattaforma di monitoraggio digitale utilizzata nelle scuole americane per individuare contenuti pericolosi o inappropriati. Il sistema ha generato un alert immediato, segnalando l’attività sospetta all’istituto, che ha poi allertato le autorità competenti.

Gli agenti dell’ufficio dello sceriffo sono intervenuti tempestivamente, avviando un’indagine per capire la natura del messaggio. Una volta interrogato, il ragazzo avrebbe ammesso di aver scritto quella frase solo per “trollare un amico”, ovvero per prenderlo in giro dopo una discussione. Tuttavia, le forze dell’ordine hanno sottolineato la gravità del gesto, anche se motivato da uno scherzo. “Un altro ‘scherzo’ che ha creato una situazione di emergenza”, ha commentato lo sceriffo, aggiungendo un appello ai genitori affinché parlino apertamente con i figli dei rischi legati all’uso irresponsabile della tecnologia.

L’allarme sull’uso dell’intelligenza artificiale tra i minori

Il caso ha suscitato un ampio dibattito nelle scuole e tra gli esperti di sicurezza informatica. Secondo gli inquirenti, episodi simili dimostrano quanto sia necessario educare i ragazzi a un uso consapevole degli strumenti digitali, insegnando loro che ogni parola scritta online può avere conseguenze reali.

La vicenda, pur non avendo avuto esiti drammatici, resta un campanello d’allarme. Mostra quanto facilmente un gesto impulsivo possa degenerare in una questione penale, e quanto urgente sia il bisogno di affiancare all’innovazione tecnologica un’adeguata educazione digitale. In un mondo in cui l’intelligenza artificiale è ormai parte integrante del quotidiano, la consapevolezza resta l’unico vero antidoto contro i pericoli della rete.

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