
Il recente e drammatico incendio che ha devastato il monastero seicentesco delle suore romite di Bernaga, situato a La Valletta Brianza, in provincia di Lecco, ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione e macerie. L’evento, verificatosi nella notte tra sabato e domenica, ha messo a dura prova la comunità religiosa e l’intera area, ma è stato mitigato da una notizia di grande sollievo e profondo significato spirituale: il miracoloso ritrovamento della reliquia di Carlo Acutis.
Il giovane, recentemente elevato agli onori degli altari da Papa Leone XIV, è una figura di immensa importanza per la fede contemporanea, e il legame con questo monastero è particolarmente intenso, poiché è proprio tra queste mura che Carlo ricevette la sua Prima Comunione, a soli sette anni, dando inizio a un cammino spirituale che lo ha portato alla santità ad appena diciannove anni dalla sua prematura scomparsa.
La drammatica ricerca della reliquia
Il rogo, che ha compromesso gravemente la struttura storica del complesso monastico, ha richiesto l’intervento incessante dei vigili del fuoco e degli uomini della protezione civile. Inizialmente, come ha reso noto il parroco don Raffaele Lazzara, la preziosa reliquia non era stata rintracciata tra i resti dell’edificio in fiamme.
La paura e l’angoscia per la sua potenziale perdita erano palpabili, specialmente considerando il valore inestimabile che essa riveste per le monache romite, le quali la custodivano con profonda devozione. Dopo una giornata intera di intense ricerche e scavi tra le rovine fumanti, l’impegno congiunto e la tenacia dei soccorritori hanno finalmente dato i loro frutti. Nel tardo pomeriggio, infatti, la reliquia è stata miracolosamente ritrovata e messa in salvo.
Il contenuto e il significato spirituale
La reliquia recuperata, che ha superato indenne la violenza del fuoco, contiene al suo interno un capello di Carlo Acutis e un ex cordis. Questo tipo di reliquia, che custodisce una parte del corpo del Santo, è di primaria importanza e rappresenta un tocco tangibile con la sua santità. Il ritrovamento, annunciato con grande gioia dal parroco, è stato accolto come un segno di speranza e di protezione in un momento di profonda difficoltà per la comunità monastica. La reliquia di Carlo Acutis è infatti particolarmente cara alle monache della Bernaga, non solo per il valore intrinseco della venerazione, ma anche per il legame storico e spirituale che unisce il giovane santo al monastero.
Il legame speciale con Carlo Acutis
Il monastero di Bernaga non è stato un luogo casuale nella vita di Carlo Acutis, ma un caposaldo cruciale per la sua fede. È qui, infatti, che il futuro santo ha ricevuto il sacramento della Prima Comunione il 16 giugno 1998, un evento che lo ha segnato profondamente e che è stato l’inizio manifesto del suo intenso percorso di fede. Carlo, noto per essere stato un “patrono di Internet” grazie alla sua evangelizzazione digitale, ha dimostrato fin da piccolo una straordinaria devozione all’Eucaristia, il “suo progetto di vita”. Il fatto che la reliquia sia stata salvata proprio in questo luogo, testimone della sua prima Eucaristia, amplifica il significato simbolico dell’accaduto, offrendo un raggio di luce nella desolazione.
La ricerca continua di un altro tesoro
Nonostante il lieto fine per la reliquia di Carlo Acutis, le ricerche tra le ceneri del monastero proseguono con impegno. L’obiettivo attuale è il recupero di un crocifisso di eccezionale valore storico e affettivo: quello donato da Papa Paolo VI. La presenza di questo crocifisso a Bernaga non è casuale, poiché il futuro santo e pontefice, allora Arcivescovo di Milano, fu un fautore decisivo nell’insediamento delle monache romite in questo antico complesso. La perdita di un oggetto legato a un altro santo, Papa Montini, rappresenterebbe un ulteriore duro colpo al patrimonio spirituale e storico del monastero. La speranza, dopo il miracolo del ritrovamento del segno di Carlo Acutis, è che anche il crocifisso di Paolo VI possa essere presto ritrovato e messo in sicurezza, preservando così la ricca eredità di santità custodita tra le mura, purtroppo danneggiate, della Bernaga.