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Minacce online a Jolanda Renga: la coraggiosa denuncia pubblica

Pubblicato: 14/10/2025 18:30
Jolanda Renga denuncia una minaccia online

Jolanda Renga, figlia di Francesco Renga e Ambra Angiolini, è finita al centro di un grave episodio di cyberbullismo. La giovane, molto seguita sui social, ha ricevuto un messaggio anonimo con una richiesta di denaro in cambio del silenzio su presunte foto intime. Un ricatto che ha inevitabilmente scosso lei e la sua famiglia, spingendola a reagire con coraggio e trasparenza.

L’episodio, che ha avuto grande eco anche sul web, ha mostrato la determinazione della ventunenne nel voler affrontare apertamente la questione, scegliendo di parlarne pubblicamente per sensibilizzare i suoi coetanei e invitare alla denuncia.

Il messaggio intimidatorio e la reazione dei genitori

Il contenuto della minaccia era chiaro e diretto: “Pubblicherò a mezzanotte le foto che ho di te nuda. Dì pure ad Ambra che se non riceverò 10.000 dollari ti rovinerò la vita”. Di fronte a queste parole, la famiglia Renga-Angiolini ha deciso di agire immediatamente, rivolgendosi alle autorità competenti.

Jolanda ha condiviso tutto sui social, spiegando di averlo fatto per incoraggiare chiunque subisca situazioni simili a non restare in silenzio. La sua iniziativa è stata accolta con grande solidarietà da parte del pubblico e di molti personaggi noti.

Jolanda Renga con il padre Francesco Renga
Ambra Angiolini e la figlia Jolanda Renga insieme

La testimonianza sui social e la forza del messaggio

Attraverso una storia su Instagram, Jolanda ha raccontato come ha vissuto quei momenti di paura e smarrimento: “Mi dispiace soprattutto perché nessuna donna dovrebbe sentirsi minacciata se le è capitato di condividere quel genere di foto ed è vergognoso che invece accada così spesso. Non fatevi intimidire da certa feccia umana e cercate subito aiuto. Ovviamente ci siamo subito rivolti alle forze dell’ordine per andare a fondo su questa vicenda”.

Poche ore dopo, ha pubblicato anche un audio per chiarire ulteriormente quanto accaduto, spiegando nel dettaglio i passaggi seguiti per reagire alla minaccia e proteggersi.

Jolanda Renga durante un evento pubblico

Il racconto della disavventura e il richiamo alla prudenza

“Venerdì ho ricevuto questo messaggio e mi sono spaventata perché vabbè, c’è il nome di mia mamma, insomma, un sacco di cose strane. Eh, non mi sono spaventata per la minaccia in sé, perché so che non esistono queste mie foto da nessuna parte, però boh, ho pensato intelligenza artificiale, insomma, le ho pensate veramente tutte, quindi niente, volevo dire se vi è capitato di riceverlo, se lo riceverete mai, ma spero di no, non vi preoccupate. Eh, vi dico quello che ho fatto io. Ho bloccato il numero e ho chiamato subito mio padre, mia madre, chiunque potesse darmi una mano e basta.”

Le parole di Jolanda sono diventate un esempio di lucidità e consapevolezza, un invito a reagire con fermezza davanti a chi tenta di usare la paura come arma di ricatto.

Jolanda Renga condivide il messaggio ricevuto

Un messaggio di solidarietà e consapevolezza digitale

“Spero che non vi serva, che non succeda mai. Però se dovesse succedere davvero niente panico, non rispondete, non date corda, non date soldi soprattutto e basta. Un abbraccio.” Con queste parole, la giovane ha voluto lanciare un messaggio forte, rivolto soprattutto ai suoi coetanei, ricordando quanto sia importante mantenere la calma e chiedere aiuto subito.

Il suo intervento ha riacceso il dibattito sui pericoli del web e sull’uso improprio delle nuove tecnologie, che sempre più spesso vengono sfruttate per diffondere contenuti falsi o manipolati.

Cyberbullismo e revenge porn: un pericolo reale

Il caso di Jolanda Renga mette in luce una piaga sempre più diffusa: le minacce online e il revenge porn. In molti casi, le immagini vengono create attraverso strumenti di intelligenza artificiale che simulano nudità inesistenti, una pratica conosciuta come “deep nude”. Si tratta di un reato grave, che colpisce la dignità e la serenità delle vittime, con conseguenze devastanti sul piano psicologico e sociale.

Secondo il Garante della Privacy, “Il revenge porn consiste nell’invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione, da parte di chi li ha realizzati o sottratti e senza il consenso della persona cui si riferiscono, di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito destinati a rimanere privati. Tale diffusione avviene di solito a scopo vendicativo, per denigrare pubblicamente, ricattare, bullizzare o molestare”.

Denunciare sempre: l’appello di Jolanda e delle autorità

La testimonianza di Jolanda Renga è oggi un esempio di coraggio e responsabilità. La giovane ha voluto trasformare la paura in un messaggio di speranza, ricordando che denunciare è l’unico modo per difendere se stessi e impedire che altri cadano nella stessa trappola.

La sua storia diventa così non solo un episodio di cronaca, ma anche un invito alla riflessione collettiva su quanto sia urgente promuovere una cultura del rispetto e della sicurezza digitale.

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