
Una tragedia che scuote l’Italia intera. Tre carabinieri hanno perso la vita e tredici persone, tra militari, poliziotti e vigili del fuoco, sono rimaste ferite a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, durante lo sgombero di un casolare che da tempo era al centro di una lunga disputa legale. L’abitazione, situata in via San Martino, era satura di gas al momento dell’irruzione delle forze dell’ordine. Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione sarebbe stata innescata intenzionalmente al momento dell’apertura della porta d’ingresso. Due dei tre fratelli che occupavano la casa sono stati fermati, mentre il terzo è ancora ricercato.
La foto terrificante

Chi sono le vittime: i nomi
Le vittime sono il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, il Brigadiere Capo Valerio Daprà e il carabiniere Scelto Davide Bernardello. Prestavano servizio tra Padova e Mestre. Per loro, non c’è stato nulla da fare. Uno è stato estratto senza vita mezz’ora dopo lo scoppio.


Le parole di Giorgia Meloni
Con profondo dolore apprendo della tragica scomparsa di tre Carabinieri e del ferimento di altri tredici tra militari dell’Arma, Vigili del Fuoco e Polizia, a seguito di un’esplosione avvenuta durante un’operazione di sgombero nel Veronese.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 14, 2025
Il mio cordoglio e quello del Governo… pic.twitter.com/kq4cJZ2E3h
L’operazione programmata e le minacce precedenti
Lo sgombero del casolare era stato pianificato da giorni. I tre fratelli, tutti sulla sessantina, avevano già minacciato in passato di far saltare in aria la casa se qualcuno avesse tentato di farli uscire. Proprio per la pericolosità della situazione, sul posto erano stati inviati carabinieri dei reparti speciali e agenti Uopi, esperti in operazioni antiterrorismo. Quando le forze dell’ordine sono arrivate, il gas aveva già saturato gli ambienti. «È una tragedia incredibile, dei comportamenti assurdi. Da parte mia c’è un dolore incredibile», ha dichiarato Raffaele Tito, procuratore capo di Verona, giunto sul luogo dell’esplosione. Il magistrato ha spiegato che l’intervento era collegato a un decreto di perquisizione: «Dovevamo eseguire un decreto di perquisizione, si cercavano anche delle bottiglie molotov. Carabinieri e Polizia hanno cercato di agire in massima sicurezza e con tutte le attrezzature necessarie. Ma l’esito è stato inaspettato e molto doloroso».

L’esplosione: “Un gesto di assoluta follia”
Il comandante provinciale dei carabinieri di Verona, Claudio Papagno, ha ricostruito quanto accaduto nella notte, parlando a “Uno Mattina News”: «Questa mattina erano diversi i provvedimenti giudiziari che stavamo eseguendo: nell’accedere all’abitazione ci siamo trovati di fronte a un gesto di assoluta follia». Papagno ha spiegato che gli occupanti del casolare si erano barricati dentro da mesi, trasformando lo stabile in una trappola. «Stiamo cercando di recuperare gli elementi a disposizione – ha aggiunto – ma questa è la ricostruzione: un gesto intenzionale fatto durante l’accesso dei militari in una palazzina in stato di abbandono in cui da diversi mesi gli occupanti si erano asserragliati al suo interno». Secondo le prime analisi, l’esplosione sarebbe stata provocata dall’accensione del gas diffuso nell’abitazione, forse con l’intento deliberato di colpire chi stava entrando.
L’irruzione e la devastazione
Quando i militari si sono avvicinati all’ingresso, hanno percepito un forte odore di gas provenire dall’interno. Alcuni carabinieri si erano posizionati sul tetto per entrare dall’alto, mentre altri si stavano preparando a sfondare la porta principale. Non appena è stata aperta, una deflagrazione violentissima ha travolto i presenti, scagliandoli a terra. Le fiamme hanno avvolto la casa e parte del tetto è crollata, seppellendo diversi uomini sotto le macerie. I soccorsi sono arrivati in pochi minuti, ma per tre carabinieri non c’è stato nulla da fare. Altri tredici operatori delle forze dell’ordine sono rimasti feriti, alcuni in maniera grave. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Portomaggiore, ambulanze del 118 e personale medico specializzato. Anche una delle persone coinvolte nello sgombero, una donna di circa sessant’anni, è rimasta ferita.
“Probabile che qualcuno abbia attivato una bombola del gas”
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso il suo dolore in diretta televisiva: «È probabile che qualcuno dall’interno abbia attivato una bombola del gas». Il ministro ha poi aggiunto che quanto accaduto «segna la difficoltà di questo lavoro, la pericolosità dietro ogni tipo di operazione di questo genere», parlando di un bilancio «drammatico» e ringraziando le forze dell’ordine per il coraggio mostrato. Anche la Presidenza del Consiglio ha espresso vicinanza alle famiglie delle vittime e ai feriti.
I fermati e il ricercato
Dopo la deflagrazione, i tre fratelli hanno tentato di fuggire. La donna, gravemente ferita, è stata subito bloccata e portata in ospedale. Uno dei fratelli, che si era nascosto nella stalla adiacente, è stato catturato poche ore dopo. Il terzo, invece, è riuscito a dileguarsi nei campi ed è stato fermato in un secondo momento. Le forze dell’ordine hanno istituito posti di blocco in tutta l’area prima di individuarlo. Gli inquirenti stanno ora lavorando per capire se l’esplosione sia stata premeditata e se siano state utilizzate più bombole per aumentare la potenza del deflagrante. «La casa era piena di gas, è probabile che qualcuno l’abbia deliberatamente saturata prima dell’arrivo delle forze dell’ordine», confermano fonti investigative.

Le vittime: “Eroi caduti in servizio”
Le tre vittime sono il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, il Carabiniere Scelto Davide Bernardello e il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà. Tutti prestavano servizio nei Reparti Speciali dell’Arma, due a Padova e uno a Mestre. Il sindacato SIM Carabinieri ha diffuso una nota di cordoglio: «Ci stringiamo alle famiglie e ai colleghi feriti. Colleghi stimati e amati dove prestavano servizio e dalle comunità, hanno onorato l’uniforme con umiltà, dedizione e altruismo, fino all’estremo sacrificio. Il dolore per la perdita dei nostri tre colleghi è profondo e colpisce tutta la famiglia dell’Arma». Anche il segretario del sindacato, Antonio Serpi, ha espresso la sua commozione: «Siamo vicini, con rispetto e dolore, alle famiglie dei militari deceduti e ai colleghi feriti. È un giorno nero per l’Arma e per l’Italia intera».

Le indagini e le ipotesi
Le indagini, coordinate dalla Procura di Verona, si concentrano ora su due aspetti: la ricostruzione esatta della dinamica e la verifica delle motivazioni che hanno spinto i fratelli a resistere con tanta ostinazione. Il casolare di via San Martino era da tempo al centro di contenziosi legali per questioni ereditarie e occupazioni abusive. Alcuni vicini avrebbero raccontato di precedenti minacce e di «frequenti liti» tra i fratelli e chi cercava di avvicinarsi alla proprietà. Gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza e ascoltando i testimoni per stabilire se l’esplosione sia stata un gesto disperato o un atto deliberato di vendetta.
Dolore e cordoglio in tutta Italia
Il presidente della Repubblica e le principali istituzioni hanno espresso cordoglio per le vittime. A Castel d’Azzano verrà proclamato lutto cittadino. La sindaca ha dichiarato: «Questa tragedia lascia una ferita profonda nella nostra comunità. Questi uomini stavano solo facendo il loro dovere». Nel frattempo, centinaia di cittadini stanno portando fiori e candele davanti alla caserma dei carabinieri in segno di rispetto. Le salme delle vittime verranno trasferite a Roma per i funerali di Stato, che si terranno nei prossimi giorni con la presenza delle più alte cariche dello Stato.
Una tragedia che segna l’Arma
Il comandante generale dei Carabinieri ha parlato di «eroi caduti per proteggere la collettività». “Il loro sacrificio – ha detto – deve ricordarci ogni giorno il valore e il rischio del servizio che le forze dell’ordine svolgono per il Paese”. La strage di Castel d’Azzano resterà una delle pagine più dolorose della recente storia italiana, simbolo di come anche un’operazione di routine possa trasformarsi in una tragedia senza precedenti, causata da “un gesto folle e disperato” che ha spezzato vite dedicate alla tutela degli altri.