
Nuovo rinvio per gli incentivi auto elettriche. L’apertura della piattaforma Sogei riservata ai cittadini per accedere ai bonus sull’acquisto di veicoli elettrici è stata posticipata al 22 ottobre, una settimana più tardi rispetto alla data prevista inizialmente, il 15 ottobre. Lo slittamento è stato comunicato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), che ha annunciato anche la pubblicazione, in quella stessa data, di un tutorial ufficiale con le istruzioni operative per accedere al contributo.
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Il portale per i privati arriva a distanza di quasi un mese dall’attivazione del sito per i concessionari, operativo dallo scorso 23 settembre, dove è già disponibile l’elenco dei veicoli incentivabili e dei punti vendita aderenti. Il sito destinato al pubblico invece sarà la chiave per accedere al nuovo sconto statale fino a 11.000 euro, pensato per rendere la mobilità elettrica più accessibile.
Come funziona il bonus e chi può richiederlo
Il provvedimento sui bonus per auto elettriche ha preso forma lo scorso 8 agosto, con l’approvazione del decreto 2025 del Mase, finanziato con risorse del PNRR – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – per un totale di 597 milioni di euro. La pubblicazione in Gazzetta è avvenuta a settembre, ma l’effettiva partenza delle domande è slittata più volte.
Il contributo statale verrà erogato sotto forma di sconto diretto sul prezzo di acquisto, gestito direttamente dal concessionario, e sarà a fondo perduto, ovvero non rimborsabile. L’incentivo sarà valido per l’acquisto di auto elettriche nuove a basse emissioni, con obbligo di rottamazione di un veicolo a combustione fino a Euro 5.
Un paletto antifurbi prevede che il richiedente sia intestatario da almeno sei mesi del veicolo da rottamare. L’obiettivo dichiarato è chiaro: accelerare il ricambio del parco auto e favorire la transizione ecologica.

I requisiti di reddito e residenza
Il bonus è riservato a persone fisiche con un ISEE fino a 40.000 euro e a microimprese che operano in aree urbane funzionali, ossia nei Comuni con oltre 50.000 abitanti o nelle zone di pendolarismo ad essi connesse. Questi criteri geografici hanno causato una parte del ritardo, poiché era necessario aggiornare la mappa ISTAT delle aree urbane, ferma al 2011.
Solo dopo il chiarimento sui confini territoriali, a metà settembre, era stata annunciata l’apertura della piattaforma per i cittadini e le microimprese, inizialmente fissata al 15 ottobre e ora rimandata.
Le cifre dell’incentivo per privati e imprese
Gli importi degli incentivi variano in base al reddito e alla categoria dell’acquirente. Questo il dettaglio dei contributi massimi previsti:
Beneficiario | Fascia ISEE | Incentivo massimo | Note |
---|---|---|---|
Privati | Fino a 30.000 € | Fino a 11.000 € | Con rottamazione |
Privati | 30.000 – 40.000 € | Fino a 9.000 € | Con rottamazione |
Microimprese | N/A | Fino a 20.000 € | Per veicoli commerciali elettrici |
Le microimprese – aziende con meno di dieci dipendenti e fatturato annuo non superiore a due milioni di euro – potranno beneficiare di un incentivo fino a 20.000 euro per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici, rientrando così tra i principali destinatari dell’intervento.
Documenti richiesti e procedura
Per ottenere il bonus, sarà necessario rivolgersi a un concessionario aderente, che seguirà l’intera procedura e applicherà lo sconto in fattura. I documenti da presentare includono:
- ISEE aggiornato del nucleo familiare;
- documentazione del veicolo da rottamare;
- documento di identità e codice fiscale.
Non sarà possibile effettuare la richiesta in autonomia: la gestione sarà completamente intermediata dal punto vendita.

Obiettivo: spingere il mercato dell’elettrico
L’iniziativa ha un obiettivo strategico: incentivare la mobilità sostenibile e favorire l’adozione di auto elettriche in Italia, in un momento in cui il settore stenta ancora a decollare. Le risorse, pur consistenti, saranno destinate solo a una quota selezionata della popolazione, in funzione del reddito e della residenza.
Secondo il Mase, la misura può contribuire alla riduzione delle emissioni di CO₂ e al raggiungimento degli obiettivi climatici europei, sostenendo al contempo l’industria automotive in una fase delicata della transizione ecologica.
Critiche e limiti del decreto 2025
Nonostante le buone intenzioni, il decreto 2025 ha suscitato diverse perplessità tra consumatori e concessionari, a causa dei numerosi vincoli e della platea limitata di beneficiari. Il Codacons ha sottolineato come le aree funzionali urbane in Italia siano solo 83, per un totale di 1.892 Comuni, equivalenti al 55,8% della popolazione. Una parte consistente del Paese, quindi, resta esclusa.
Per molti, si tratta di un intervento insufficiente a risolvere le difficoltà strutturali del settore automobilistico, in crisi tra alti costi, scarsa domanda e complessità normative. Resta dunque aperto il dibattito su come incentivare in modo più equo e efficace il passaggio alla mobilità elettrica, senza creare nuove barriere.