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“Tumore al colon, i 5 segnali da non ignorare”: l’allarme dell’oncologo, a cosa dobbiamo stare attenti

Pubblicato: 15/10/2025 15:38

Tumore al colon, l’oncologo svela: ecco i 5 segnali che non devi ignorare – Dolori, notti insonni e una lotta fatta di coraggio e speranza. È la storia di Sebino Nela, ex calciatore della Roma e della Nazionale, che ha raccontato la sua drammatica esperienza con il tumore al colon. Un racconto intenso che accende i riflettori su una malattia in crescita, anche tra i più giovani.

Le sue parole sono un invito alla consapevolezza: non sottovalutare mai i segnali del corpo. Perché la prevenzione, oggi più che mai, può salvare la vita.

Sebino Nela sorridente dopo la guarigione

L’allarme dei medici: colpisce anche sotto i 40 anni

«La quota di giovani che si ammalano di tumore al colon è raddoppiata», avverte Roberto Persiani, oncologo del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati oltre 50.000 nuovi casi, un numero che ormai si avvicina a quello del tumore al seno.

«Tra i 35 e i 50 anni ormai non ci stupiamo più. Il paziente più giovane che ho operato ne aveva 25. Purtroppo lo stile di vita è peggiorato, e nei giovani ancora di più», sottolinea l’esperto, evidenziando quanto la prevenzione debba iniziare presto.

Sebino Nela durante un controllo medico

Sintomi e diagnosi: quando preoccuparsi

Il primo controllo da fare è il test del sangue occulto nelle feci, utile per rilevare tracce non visibili a occhio nudo. Ma riconoscere la malattia non è semplice: i sintomi iniziali sono spesso sfumati e poco specifici. Ecco i segnali da non ignorare.

  • Cambiamenti improvvisi nelle abitudini intestinali.
  • Dolori addominali ricorrenti e inusuali.
  • Stimolo continuo ad andare in bagno con risultati scarsi.
  • Anemia inspiegabile riscontrata in un emocromo.
  • Presenza di sangue nelle feci (non alla fine dell’evacuazione ma mescolato).

«Molti attribuiscono il sangue alle emorroidi per paura ma se si presenta in modo continuo può essere un segnale di una lesione più seria, soprattutto nel tratto finale del colon o nel retto», spiega l’oncologo.

Alimentazione e stili di vita sotto accusa

Il tumore al colon è strettamente legato a dieta e abitudini quotidiane. «Gli alimenti più a rischio sono quelli tipici dei Paesi industrializzati: alcol, zuccheri raffinati e grassi», precisa Persiani.

«Non è la carne in sé a essere pericolosa, ma il consumo eccessivo e la cottura a temperature elevate, come alla brace o in frittura». Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, non si dovrebbero superare i 125 ml di alcol al giorno. «Naturalmente esistono persone che bevono di più e non si ammalano, ma il rischio aumenta perché la malattia è multifattoriale», aggiunge l’esperto.

Sebino Nela durante un evento di sensibilizzazione sulla prevenzione

Anche l’ambiente incide

Non solo genetica e alimentazione: anche il fattore ambientale gioca un ruolo importante. «Ci sono pazienti che dicono di mangiare solo verdure del proprio orto, ma non sanno che le falde acquifere della zona sono inquinate», racconta Persiani.

«In alcune aree del Sud del Lazio, dove lavoro, ho operato più membri della stessa famiglia. In certi casi la stessa persona ha sviluppato due tumori diversi. È un segnale chiaro: servono prevenzione, controlli regolari e maggiore consapevolezza», conclude. Parole che trovano eco nella testimonianza di Sebino Nela, oggi guarito ma sempre vigile: “La paura resta, ma la vita ha un sapore nuovo”.

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