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Centrodestra, intesa sulla manovra: accordo raggiunto sulle banche dopo un giorno di tensioni. Domani il via libera

Pubblicato: 16/10/2025 22:05

Dopo una giornata ad altissima tensione, il centrodestra chiude l’accordo sulla legge di Bilancio, trovando una intesa sulle banche che consente al governo di portare domani mattina in Consiglio dei ministri il testo definitivo della manovra. L’intesa è arrivata in serata, durante un vertice a Palazzo Chigi convocato dalla premier Giorgia Meloni, al quale hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e, in collegamento da Washington, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, impegnato al Fondo Monetario Internazionale.

“Voi non credete ai miracoli, io invece ci credo ai miracoli”, ha detto Giorgetti ai giornalisti fuori dal vertice, confermando il clima di sollievo dopo ore di confronto serrato tra Lega e Forza Italia. Presente anche il viceministro Maurizio Leo di Fratelli d’Italia, che ha gestito la partita con banche e assicurazioni, al centro del braccio di ferro interno alla maggioranza.

Le tensioni nella maggioranza

L’accordo arriva dopo una lunga giornata di scontro politico. La Lega ha insistito per chiedere un contributo straordinario da parte degli istituti di credito, sostenendo che “chi ha di più deve dare di più”. Per Forza Italia, invece, ogni ipotesi di tassazione degli extraprofitti bancari è stata giudicata inaccettabile. “È una tassa che sa di Urss e non ci sarà”, ha ribadito Tajani, mentre Salvini rispondeva che “le banche metteranno con gioia 5 miliardi per aiutare famiglie e imprese in difficoltà”.

Alla fine, la mediazione è arrivata: resta da chiarire la forma del contributo – se tramite crediti d’imposta o una imposta ad hoc ridotta sul capitale – ma l’intesa politica è stata raggiunta. Le banche e le assicurazioni dovranno contribuire con circa 4,4 miliardi nel 2026 e oltre 11 miliardi in tre anni, una misura che – secondo le prime anticipazioni del Documento programmatico di bilancio (Dpb) – avrebbe carattere strutturale e non una tantum.

Le altre misure della manovra

Il testo in arrivo in Cdm prevede anche la conferma della rottamazione quinquies, con una rateizzazione in 56 rate bimestrali su 9 anni, e l’esclusione delle omesse dichiarazioni dei redditi. La pace fiscale non avrà una prima rata più pesante, mentre il taglio dell’Irpef da 2,7 miliardi favorirà soprattutto i redditi medio-bassi, lasciando benefici più limitati a quelli più alti.

Sul fronte pensioni, il Dpb prevede il congelamento dello scalino del 2027 solo per i lavori gravosi e usuranti, ma la Lega spinge per estendere la misura. Confermato anche il pacchetto famiglia, che vale 1,6 miliardi: include il finanziamento del caregiver familiare, il potenziamento del bonus mamme lavoratrici con almeno due figli e redditi sotto i 40mila euro, e l’ampliamento delle detrazioni per le famiglie con un solo figlio.

Intanto, le opposizioni attaccano. Per il Movimento 5 Stelle, la manovra “dà un piattino di lenticchie al ceto medio e alle imprese”; per il Partito Democratico, rappresenta “un’altra mazzata alla classe media”. Alleanza Verdi e Sinistra parla invece di “una manovra ispirata al fondamentalismo economico e priva di visione sociale”.

Domani, alle ore 11, il Consiglio dei ministri dovrà mettere il sigillo politico definitivo a una legge di Bilancio che, nonostante i compromessi, segna una delle prove più delicate per la tenuta del governo Meloni.

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