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“Intervista alla Meloni un monologo?”. Vespa infastidito da Crozza: risposta durissima in diretta

Pubblicato: 17/10/2025 08:34
Vespa Crozza intervista Meloni

Il confronto tra satira televisiva e giornalismo istituzionale si arricchisce di un nuovo capitolo. Stavolta è Bruno Vespa a rispondere in prima persona, con tono fermo ma ironico, alle critiche mosse da Maurizio Crozza nel corso del suo programma, dove aveva definito l’intervista a Giorgia Meloni trasmessa su Rai 1 come un “monologo” mascherato da dialogo.
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Nel mirino del comico, la conduzione di Porta a Porta, ritenuta troppo accomodante nei confronti della Presidente del Consiglio, con Vespa accusato implicitamente di aver rinunciato al proprio ruolo critico. Ma il giornalista non ha incassato in silenzio: nella puntata successiva del suo programma, ha deciso di rispondere pubblicamente e punto per punto, rivolgendosi direttamente al comico genovese.

Volevo fare un omaggio a Maurizio Crozza che venerdì scorso ha giocato un pochino con la mia intervista a Giorgia Meloni definendola un monologo mentre lei era muta”, ha esordito Bruno Vespa, aprendo con ironia il segmento dedicato alla replica. La sua intenzione non era solo quella di difendersi, ma anche di rivendicare il proprio metodo giornalistico, mostrando al pubblico — e implicitamente a Crozza — una selezione delle domande rivolte alla Premier.

Durante la trasmissione, Vespa ha mandato in onda alcuni passaggi dell’intervista incriminata, con le sue domande in primo piano, seguite da una pausa improvvisa e dall’apparizione di un fermo immagine del volto di Crozza, colto in un’espressione ironica. Il giornalista ha così chiuso il siparietto con una frase tagliente ma controllata: “Bene, forse non era un monologo!”.

Satira e giornalismo a confronto

Il botta e risposta tra Vespa e Crozza apre una riflessione più ampia sul rapporto tra satira e informazione, soprattutto quando i protagonisti sono volti noti della televisione italiana e della politica nazionale. Da un lato, la satira politica rivendica il diritto di criticare liberamente personaggi pubblici e dinamiche mediatiche; dall’altro, i giornalisti come Bruno Vespa si trovano spesso a dover giustificare il proprio stile di conduzione, soprattutto quando l’intervistato è una figura di primo piano come Giorgia Meloni.

Crozza, nella sua consueta forma pungente, aveva ironizzato sull’apparente passività della Premier durante l’intervista, sottintendendo che le domande fossero poco incalzanti o persino assenti. Un’accusa che Vespa ha rispedito al mittente con una risposta pubblica e ben orchestrata, mostrando i fatti e lasciando che fosse il pubblico a giudicare.

Il ruolo della televisione pubblica nel dibattito politico

La vicenda tocca anche un tema ricorrente nel dibattito italiano: l’imparzialità della televisione pubblica. In un contesto politico polarizzato, ogni parola, tono o scelta editoriale può essere letta in chiave ideologica. Porta a Porta, in onda da decenni sulla Rai, è spesso al centro di discussioni per la sua capacità di accogliere tutti gli schieramenti ma anche per la critica di essere troppo vicino al potere, soprattutto quando ospita leader di governo.

La satira di Crozza si inserisce in questo contesto, esercitando una funzione di controllo informale e pungente sull’informazione televisiva. Ma la replica di Vespa, altrettanto pubblica, ricorda che anche il giornalismo ha i suoi strumenti per difendere la propria dignità professionale.

Il pubblico diviso tra simpatia e sospetto

Le reazioni del pubblico, come spesso accade in questi casi, si sono divise. Da una parte c’è chi difende Crozza, vedendo nella sua parodia una rappresentazione fedele di un certo tipo di informazione “allineata”. Dall’altra, chi apprezza la scelta di Vespa di non lasciar passare in silenzio l’accusa, ma di rispondere mostrando trasparenza e concretezza.

Il confronto, pur nei toni civili, mette in luce quanto sia delicato il confine tra critica satirica e distorzione della realtà, tra libertà di espressione e responsabilità dell’informazione. E, forse, il successo della televisione italiana — tra giornalismo e satira — risiede proprio in questa dialettica continua, che mantiene viva la discussione pubblica.

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