
Da settimane, le condizioni di salute di Vittorio Sgarbi sono avvolte nel mistero, alimentando preoccupazioni e interrogativi tra familiari, amici e pubblico. L’opinione pubblica si interroga non solo sulla natura delle terapie seguite dal critico d’arte, ma anche sul modo in cui il suo stato fisico e mentale sembra essere cambiato nel giro di pochi mesi.
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Chi lo conosce da vicino racconta di un uomo fino a poco tempo fa energico e instancabile, capace di affrontare impegni e viaggi con uno spirito apparentemente inalterato. Oggi, invece, emergono testimonianze di chi lo percepisce fragile e vulnerabile, creando un contrasto che alimenta dubbi e apprensioni sulla gestione delle cure.
L’intervento del legale della figlia
A intervenire pubblicamente è il legale di Evelina Sgarbi, figlia del critico d’arte. L’avvocato Lorenzo Iacobbi denuncia la necessità di fare chiarezza sulle reali condizioni di salute di Vittorio e sul tipo di terapia a cui è sottoposto. Secondo Iacobbi, giungono «inquietanti telefonate» che farebbero sospettare che non si tratti soltanto di una terapia farmacologica standard, ma di un trattamento più complesso e non completamente noto alla famiglia.

Il legale sottolinea il rapido cambiamento fisico e psicologico del critico: «Evelina Sgarbi si domanda come sia stato possibile trasformare un uomo del vigore e della forza di Sgarbi, con lo spirito di un ventenne, in un anziano in nemmeno un anno: chi c’era vicino a lui?».
La posizione di Evelina Sgarbi
Evelina Sgarbi si trova in una posizione particolare rispetto alle dinamiche familiari e alle attività legate al padre. Secondo Iacobbi, la figlia non ha rapporti diretti con la Fondazione Cavallini Sgarbi, dove sono conservate molte opere d’arte appartenute al critico, né con le società che gestiscono eventi, mostre o spettacoli legati alla sua figura.
A differenza di altri membri vicini al padre, Evelina non possiede interessi collegati all’indotto artistico e culturale del critico, che comprende libri, perizie e organizzazione di eventi. «La mia assistita», aggiunge Iacobbi, «non si rassegnerà fino a che non verrà fatta completa chiarezza sulle condizioni di salute del padre».

Dubbi e inquietudini sul trattamento
Il caso Sgarbi riapre il dibattito sulla trasparenza nella gestione delle cure di personalità pubbliche, soprattutto quando la salute fisica e mentale subisce cambiamenti rapidi. Le dichiarazioni del legale fanno emergere un quadro di preoccupazione e tensione, con la famiglia che chiede di conoscere in modo chiaro e dettagliato il tipo di terapie e la loro efficacia.
L’attenzione mediatica si concentra ora sulla necessità di far luce non solo sulle condizioni cliniche di Sgarbi, ma anche sulle persone che lo seguono quotidianamente, ponendo interrogativi sulle responsabilità e sulla tutela della sua salute. La vicenda resta in evoluzione, con l’opinione pubblica e la famiglia in attesa di chiarimenti che possano sciogliere il mistero sulle reali condizioni del noto critico e politico italiano.


