
Si è spento a 72 anni Tchéky Karyo, attore francese tra i più intensi e riconoscibili del cinema europeo. Era malato da tempo di tumore e si è arreso nella sua Parigi, circondato dall’affetto della famiglia che ha dato notizia della sua scomparsa. Nato a Istanbul nel 1953 con il nome di Baruh Djaki Karyo, da padre ebreo sefardita e madre greco-ortodossa, si era trasferito in Francia da bambino. A Parigi aveva scoperto la scena, studiando recitazione al Conservatorio e debuttando a teatro, fino a calcare il prestigioso palco del Festival di Avignone.
Il grande riconoscimento internazionale arrivò alla fine degli anni Ottanta con L’orso (1988) di Jean-Jacques Annaud, dove interpretava un cacciatore tormentato. Ma fu con Nikita (1990) di Luc Besson che Karyo impose definitivamente il suo nome: nel ruolo dell’agente Bob, mentore della protagonista, conquistò critica e pubblico grazie a un equilibrio raro tra durezza e fragilità.

Nel corso della sua lunga carriera ha lavorato con grandi registi, tra cui Robert Altman, Ridley Scott, Michael Bay, Martin Campbell e Roland Emmerich. In Italia aveva lasciato un segno in “Va’ dove ti porta il cuore” di Cristina Comencini e ne La masseria delle allodole dei fratelli Taviani.
Dotato di un carisma silenzioso, capace di farsi sentire senza bisogno di imporsi, Karyo ha attraversato generi e registri con naturalezza: dal dramma al film storico, dalla commedia al thriller. Memorabile anche la sua presenza ne “Il favoloso mondo di Amélie”.

Negli ultimi anni era tornato alla ribalta sul piccolo schermo grazie al personaggio di Julien Baptiste, investigatore malinconico e umano protagonista delle serie The Missing e Baptiste. Un ruolo che aveva ulteriormente messo in luce la sua profondità interpretativa, consegnandolo definitivamente al ricordo del pubblico come uno degli attori più sensibili della sua generazione.


