
Diciotto mesi di indagini, un mistero che sembrava destinato a rimanere irrisolto e infine una svolta decisiva. È arrivata questa mattina, mercoledì 5 novembre, con l’arresto di una persona ritenuta responsabile dell’omicidio di Giuseppe Ottaviano, il 40enne trovato senza vita il 12 maggio 2024 nella sua abitazione di via Manenti a Scicli, nel Ragusano. L’operazione è stata condotta dai carabinieri su disposizione della Procura di Ragusa, che da mesi lavorava su uno dei casi di cronaca più inquietanti della provincia.
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Il corpo di Ottaviano era stato scoperto da alcuni familiari, preoccupati perché da ore l’uomo non rispondeva al telefono. Quando la zia entrò nell’abitazione, la scena che le si presentò davanti parlava da sola: tracce di sangue sparse in diversi punti della casa, oggetti rovesciati e il corpo del quarantenne disteso sul letto, con ferite profonde al volto e alla testa. Fin dai primi rilievi, gli inquirenti esclusero l’ipotesi di una morte accidentale o di un gesto estremo. Non c’erano segni di effrazione alle finestre né alla porta d’ingresso, un dettaglio che indirizzò subito le indagini verso una pista precisa: l’assassino conosceva la vittima.
Le indagini e i mesi di lavoro degli inquirenti
La ricostruzione dei carabinieri, sviluppata attraverso analisi scientifiche, riscontri tecnologici e testimonianze dirette, ha permesso di delineare un quadro sempre più nitido. Quel giorno, Giuseppe Ottaviano aveva trascorso la mattinata nella sua casa al mare di Donnalucata, per poi rientrare nel centro di Scicli nel pomeriggio, dove era stato visto in alcuni locali abitualmente frequentati.

Un particolare aveva destato la curiosità anche dei vicini di casa: la sua auto, un SUV, era stata parcheggiata in maniera anomala, quasi di traverso, tanto da richiedere l’intervento del carro attrezzi il giorno successivo. Un dettaglio apparentemente marginale, ma che si sarebbe rivelato utile per ricostruire gli ultimi movimenti della vittima prima dell’aggressione.
Dopo il ritrovamento del corpo, la Procura di Ragusa ha coordinato una squadra investigativa composta dai reparti territoriali e dalla sezione scientifica dell’Arma. Le indagini si sono mosse su più fronti: la vita privata di Ottaviano, le sue frequentazioni, eventuali contrasti personali o economici. Nulla è stato lasciato al caso. Nei mesi successivi, l’analisi dei tabulati telefonici e dei filmati delle videocamere di sorveglianza ha permesso di tracciare con precisione i contatti e i movimenti della vittima nelle ore precedenti alla morte.

La svolta dopo un anno e mezzo di indagini
La verità spaventosa
Dalle analisi più approfondite dei tabulati telefonici e dall’incrocio di tutti i dati raccolti, gli investigatori hanno delineato un quadro chiaro: tra la vittima e il nuovo compagno della sua ex fidanzata esisteva una tensione crescente. Pochi giorni prima dell’omicidio, i due si erano incontrati per un “chiarimento” durante il quale l’uomo aveva ordinato alla vittima di non cercare più la donna.
Nei giorni successivi, i continui tentativi di Giuseppe Ottaviano di ricontattare l’ex avrebbero spinto il rivale a organizzare una vera e propria spedizione punitiva, pianificata nei minimi dettagli. Con l’aiuto di un complice, avrebbe individuato le telecamere presenti nelle strade vicine alla casa della vittima, cercando di eluderle. Tuttavia, una videocamera di sicurezza di un locale della zona ha immortalato il sospettato mentre si avvicinava all’abitazione dove, poco dopo, sarebbe avvenuto il delitto.
Le prove e il movente
Il movente è stato rafforzato dal contenuto di numerose intercettazioni, che confermavano la gelosia e il rancore dell’uomo nei confronti di Ottaviano. Sulla base di questi elementi, la Procura della Repubblica ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’emissione di una misura cautelare, accolta dal GIP del Tribunale di Ragusa.
L’operazione, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa in collaborazione con la Procura, è il risultato di indagini lunghe e complesse che hanno finalmente fatto luce su un omicidio brutale che aveva scosso la comunità di Scicli. Il presunto assassino, un uomo di 43 anni, è ora accusato di omicidio volontario aggravato.


