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Torre dei Conti, spuntano nuovi video del crollo: la dinamica diventa chiara

Pubblicato: 05/11/2025 20:26

Mattoni che si staccano come tasselli di un domino, la nube di polvere che gonfia l’aria antica del rione e zittisce per un attimo persino il traffico. Sono immagini brevi, tremate, ma impietose: riprese da telefoni, mostrano i momenti in cui la Torre dei Conti cede ancora, dopo il primo cedimento, tra urla, sirene e corridoi di macerie.

È il materiale che finirà sul tavolo della Procura di Roma, dove si cerca di capire se, prima del collasso, ci fossero segnali da cogliere e se la catena delle responsabilità – tecnica e amministrativa – presenti anelli deboli. L’inchiesta è aperta per omicidio colposo e disastro colposo, al momento contro ignoti. Gli inquirenti ascolteranno i titolari delle imprese incaricate della ristrutturazione, i tecnici e i referenti pubblici del cantiere: si acquisiranno progetti, ordini di servizio, verbali di sopralluogo, i piani di sicurezza (PSC e POS), il fascicolo dell’opera, i DVR delle ditte, i registri di accesso e le comunicazioni scambiate nelle ore e nei giorni precedenti al crollo.

Il video:

La sequenza dei fatti: dal primo cedimento ai soccorsi

Secondo una prima ricostruzione investigativa, il cedimento ha interessato porzioni della muratura con distacchi progressivi e successivi assestamenti. La zona è stata immediatamente cinturata, mentre le squadre Usar (Urban Search And Rescue) dei Vigili del Fuoco hanno iniziato a lavorare su varchi stretti e instabili, sotto un manufatto storico già provato dal primo crollo. L’uso di attrezzature invasive è stato ridotto al minimo per evitare ulteriori movimenti; la rimozione è avvenuta in gran parte a mano, pietra dopo pietra, in condizioni di rischio elevato per nuovi cedimenti.

Guarda il video:

È in quel contesto che i soccorritori hanno intercettato la voce e poi il corpo di Octay Stroici, operaio rimasto intrappolato per 11 ore sotto le macerie. L’hanno raggiunto passando da una finestra, parlandogli per tenerlo vigile, liberandolo poco a poco: sulla sua testa e sulle gambe gravavano elementi di struttura e detriti compattati. Quando finalmente è stato estratto, l’area era talmente instabile che il trasferimento è avvenuto con un telo, pronti a sfilare l’uomo in caso di ulteriore crollo. Portato in ambulanza, Stroici è stato ricoverato al Policlinico Umberto I, dove è deceduto poco dopo.

Chi era Octay Stroici

Di Octay Stroici – lavoratore di cantiere, conosciuto dai compagni per affidabilità e disponibilità – restano le parole spezzate raccolte dai soccorritori: dolore alle gambe, sete, quella lucidità intermittente che nei crolli spesso fa da ponte tra speranza e realtà. Era parte di una squadra impegnata in lavorazioni su un sito delicatissimo, dove regole, procedure e vigilanza devono marciare in sincrono. La sua morte ha già attivato i protocolli: informativa alla Procura, sequestro dell’area e delle porzioni di manufatto interessate, così come dei mezzi e delle attrezzature in uso sul fronte del cantiere.

I nodi dell’inchiesta

Gli accertamenti ruotano attorno ad alcune domande chiave:

  • lo stato di conservazione della struttura e la mappatura preventiva delle vulnerabilità;
  • la valutazione del rischio specifico per lavorazioni in quota e in adiacenza a elementi storici fessurati o disgregati;
  • la catena delle responsabilità: dal committente al Rup, dal direttore dei lavori al coordinatore per la sicurezza, fino ai datori di lavoro delle imprese affidatarie e subappaltatrici;
  • eventuali segnalazioni inascoltate (crepe, distacchi, boati, micro-cedimenti, anomalie strumentali) e il loro tracciamento documentale;
  • l’assetto del cantiere nelle ore del crollo: perimetrazioni, interdizioni, vie di fuga, piani di emergenza, comunicazioni con i lavoratori.

Gli inquirenti valuteranno anche il ruolo delle condizioni meteo, delle vibrazioni esterne e del traffico veicolare, l’eventuale concorso di umidità, infiltrazioni e cicli termici sulla muratura storica. In parallelo, i periti dovranno esaminare la compatibilità tra le lavorazioni in corso e il quadro statico rilevato, accertando se le opere provvisionali e le puntellature fossero adeguate.

Cosa succede adesso

La zona resterà sotto sequestro fino al completamento dei sopralluoghi tecnici e dei rilievi. Saranno conferiti incarichi a consulenti strutturisti e storici dell’edilizia monumentale. Sul piano prevenzionistico, gli organi di vigilanza verificheranno formazione, addestramento, idoneità e la corretta applicazione delle misure di sicurezza in un contesto di assoluta fragilità.

Intanto, i nuovi video pubblicati sui social – con i mattoni che crollano e la polvere che invade le strade – diventano tasselli utili a ricostruire tempi e dinamiche dei distacchi. Ogni fotogramma potrà essere incrociato con orari, chiamate al 112/115, registri di cantiere e testimonianze.

La memoria e la lezione

La morte di Octay Stroici riporta al centro una verità semplice: nei cantieri su beni storici la sicurezza non è un allegato, ma il cuore del progetto. Vale doppio in contesti urbani densissimi, su manufatti iconici come la Torre dei Conti. I giudici accerteranno le responsabilità. Ma, prima ancora delle sentenze, resta l’urgenza di una cultura della prevenzione che non lasci spazi bianchi tra carta e realtà, tra norme e prassi, tra segnali e decisioni. Perché ogni pietra che cade, in luoghi così, non è solo materia: è storia. E ogni vita che si spegne in cantiere è una sconfitta collettiva.

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Ultimo Aggiornamento: 05/11/2025 20:32

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