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Nepal, la Farnesina in contatto con i cinque italiani dispersi: “Stanno bene”

Pubblicato: 06/11/2025 09:20
italiani Nepal notizia Farnesina

Dopo giorni di apprensione, è finalmente arrivata la conferma tanto attesa: i cinque escursionisti italiani della provincia di Como, di cui non si avevano notizie da tempo, stanno bene. Il Consolato Generale a Calcutta, temporaneamente rischierato in Nepal, ha comunicato di aver ricevuto aggiornamenti positivi grazie alla collaborazione tra un’agenzia di Milano e l’agenzia locale nepalese.
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I contatti, ristabiliti dopo ore di tensione e tentativi falliti, hanno permesso di chiarire che i connazionali non hanno riportato ferite e che stanno proseguendo regolarmente il loro programma di trekking. Il rientro a Kathmandu è previsto per l’8 novembre, secondo quanto riferito ufficialmente dalla Farnesina. La notizia ha messo fine a una fase di forte preoccupazione, durante la quale si temeva il peggio a causa del mancato collegamento radio con il gruppo.

I soccorsi italiani pronti a intervenire

La notizia del ritrovamento è arrivata poche ore dopo che, nella mattinata, fonti dell’alpinismo italiano avevano comunicato all’Agenzia Giornalistica Italia (AGI) che la squadra di soccorso AviaMEA-Evk2CNR si era preparata a decollare da Kathmandu per raggiungere la zona dello Yalung Ri, una delle aree più impervie dell’Himalaya. L’obiettivo era quello di recuperare due alpinisti italiani, Marco Di Marcello e Markus Kirchler, rimasti isolati nella stessa regione a causa delle condizioni meteorologiche difficili.

L’operazione, organizzata in coordinamento con la Farnesina e le autorità locali, è stata guidata da Manuel Munari, istruttore e pilota, nonché capo della missione AviaMEA. Munari ha mantenuto un contatto costante con il Consolato italiano a Kathmandu, che aveva inviato personale nella capitale nepalese per seguire da vicino le operazioni. Insieme a lui si trovava Michele Cucchi, alpinista e responsabile delle attività di ricerca proveniente dal Laboratorio Piramide EVK2CNR situato ai piedi dell’Everest.

Il ruolo della Farnesina e la macchina dei soccorsi

La Farnesina, informata fin dall’inizio della scomparsa del gruppo, ha coordinato tutte le comunicazioni tra Nepal e Italia, attivando la rete diplomatica e fornendo assistenza alle famiglie degli escursionisti. L’intervento del Consolato Generale a Calcutta, con il supporto dell’ambasciata italiana a New Delhi, ha permesso di ridurre i tempi di risposta e garantire la sicurezza dei connazionali coinvolti.

Il sistema di cooperazione internazionale per il soccorso in alta quota ha funzionato con efficacia, nonostante le difficoltà imposte dal territorio e dal maltempo. Le condizioni climatiche instabili nella regione dello Yalung Ri, caratterizzata da nebbie fitte e forti venti, avevano reso impossibile per giorni stabilire un contatto stabile con gli escursionisti, alimentando il timore di un incidente in quota.

Una storia a lieto fine sulle montagne del Nepal

L’annuncio della Farnesina è stato accolto con sollievo dal mondo dell’alpinismo e dai familiari dei cinque italiani, che in questi giorni avevano seguito con angoscia l’evolversi della vicenda. I connazionali, secondo le prime informazioni, avrebbero scelto di proseguire il loro itinerario, rispettando il programma di rientro e mantenendo il contatto costante con le autorità locali.

La vicenda sottolinea ancora una volta l’importanza delle reti di emergenza internazionale, dell’esperienza delle squadre di soccorso come AviaMEA-Evk2CNR e del lavoro di coordinamento della diplomazia italiana. In un contesto tanto fragile e isolato come quello delle montagne nepalesi, la rapidità delle comunicazioni e la collaborazione tra enti italiani e nepalesi hanno reso possibile un epilogo positivo.

I cinque escursionisti della provincia di Como, che si trovavano su uno dei percorsi più suggestivi ma anche più difficili dell’Himalaya, stanno bene e rientreranno presto a Kathmandu, mettendo fine a una storia che, per qualche giorno, aveva tenuto il fiato sospeso.

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