
C’è stato un attimo di silenzio, come un respiro trattenuto dal sottosuolo. Poi un sussulto, breve ma deciso, ha fatto vibrare i vetri delle finestre e oscillare le tende leggere nelle case affacciate sul mare. Qualcuno ha pensato a un camion di passaggio, altri hanno riconosciuto quel tremore familiare che arriva dal profondo, come un richiamo antico. In pochi secondi, la vita quotidiana si è fermata: il rumore delle stoviglie, le voci nei negozi, persino il vento sul lungomare. Tutti con lo sguardo rivolto verso terra, in attesa che tornasse la calma.
Non era la prima volta, e probabilmente non sarà l’ultima. In questa terra, che da secoli vive in equilibrio tra la bellezza e la paura, ogni scossa è un promemoria di quanto fragile possa essere la quiete. Gli strumenti dei sismografi, impassibili, hanno registrato l’evento: un nuovo movimento del cuore caldo e inquieto che pulsa sotto la superficie.
Sisma alla Solfatara: è sciame, cosa succede
Una lieve sequenza sismica ha interessato oggi il territorio attorno alla Solfatara nei Campi Flegrei, con il tremore principale di magnitudo 2.2. Secondo le prime rilevazioni, gli epicentri dei primi tre eventi sono stati localizzati lungo il bordo occidentale della Solfatara, con magnitudo rispettivamente di 1.7, 1.5 e 1.3.
Registrata una nuova scossa di terremoto ai Campi Flegrei, di magnitudo 2.2 sulla scala Richter alle 13:43 di venerdì 7 novembre. L’evento, distintamente avvertito dalla popolazione, in particolare a Pozzuoli e nell’area Ovest di Napoli, segna l’inizio di un nuovo sciame sismico nella caldera flegrea.

