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Si lancia da una montagna e sparisce, tragedia in Italia. Ricerche in corso

Pubblicato: 17/11/2025 12:04

Le montagne, con le loro cime maestose e le vallate profonde, hanno da sempre attratto gli amanti dell’avventura. Tra sentieri nascosti e pareti rocciose, ogni passo regala un brivido, e per alcuni la sfida non si limita a camminare o arrampicare: il desiderio di volare, anche se solo per pochi secondi, diventa irresistibile. L’aria fresca, i panorami mozzafiato e l’adrenalina che scorre mentre ci si lancia nel vuoto creano un mix di emozioni uniche, capaci di spingere gli sportivi a superare i propri limiti.
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Chi pratica sport estremi sa che ogni decisione deve essere ponderata: un attimo di distrazione può trasformare l’avventura in un pericolo reale. La bellezza dei paesaggi montani nasconde insidie invisibili, e ogni salto o lancio richiede concentrazione, preparazione e rispetto delle condizioni meteorologiche. Nonostante ciò, la passione per l’adrenalina e la sfida personale continua a guidare molti appassionati verso esperienze al limite.

La sfida del vuoto e dell’ignoto

Il fascino del vuoto ha spinto generazioni di sportivi a sperimentare sensazioni estreme. La libertà di planare sopra valli e boschi, sospesi nell’aria, regala un senso di leggerezza che pochi altri sport riescono a offrire. Ma ogni salto porta con sé un rischio concreto: condizioni imprevedibili, correnti d’aria, ostacoli nascosti possono trasformare il momento di gloria in un’emergenza immediata.

Il rispetto della montagna e delle regole di sicurezza è fondamentale, ma l’attrazione per il brivido spesso spinge gli atleti a calcolare ogni rischio con la massima attenzione. Non è raro che le storie di avventure estreme si intreccino con episodi di tensione e preoccupazione, soprattutto quando qualcosa va storto.

Il disperso in Veneto: un 35enne finlandese

Nella giornata di domenica 16 novembre, un base jumper di 35 anni, cittadino finlandese, è stato dichiarato disperso nel Veneto, dopo un lancio in tuta alare dalle montagne del comune di Taibon Agordino, in provincia di Belluno. L’allarme è scattato quando un amico, preoccupato per il mancato rientro e l’impossibilità di contattarlo, ha avvisato i soccorsi. L’uomo si trovava in zona da sabato per effettuare i lanci.

La sua auto è stata rinvenuta nei pressi del rifugio Capanna Trieste, nel gruppo del monte Civetta e della Moiazza, una delle aree più frequentate dagli appassionati di base jumping. La zona, con le sue cime ideali per i lanci e le vallate sottostanti per l’atterraggio, offre panorami mozzafiato ma nasconde anche rischi significativi.

Maltempo complica le ricerche

Il maltempo che imperversa nella zona da ieri ha reso le operazioni di soccorso estremamente difficili. La visibilità ridotta e la presenza di correnti d’aria pericolose hanno impedito l’uso immediato degli elicotteri, costringendo i vigili del fuoco e il soccorso alpino a scandagliare la zona a piedi. Finora, le ricerche non hanno prodotto alcun esito positivo.

Si spera che il giovane possa essersi riparato da qualche parte per proteggersi dalle avverse condizioni atmosferiche. L’ultimo utilizzo del suo cellulare risale a sabato mattina, aumentando l’ansia dei soccorritori. La speranza rimane viva in attesa di un miglioramento del tempo, che permetterebbe un sorvolo completo della zona montuosa.

Attesa e apprensione

La comunità locale e gli appassionati di sport estremi seguono con apprensione le operazioni. La combinazione di terreni impervi, maltempo e l’assenza di contatti diretti ha reso la vicenda ancora più delicata. Le autorità locali hanno invitato chiunque fosse presente nelle vicinanze a segnalare qualsiasi avvistamento, mentre i soccorritori continuano a lavorare senza sosta.

Il caso evidenzia ancora una volta i rischi legati agli sport estremi in contesti montani, sottolineando l’importanza della preparazione, del rispetto delle condizioni meteorologiche e delle misure di sicurezza per chi si avventura in attività ad alto rischio.

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