
Una vicenda che aveva già scosso profondamente l’opinione pubblica trova oggi conferme dall’autopsia: la piccola di 9 mesi morta nella notte tra il 15 e il 16 febbraio ad Acerra, in provincia di Napoli, è deceduta a causa di un morso al collo inflitto dal pitbull di famiglia. L’autopsia, condotta dal medico legale Maurizio Saliva e con la collaborazione del veterinario forense Orlando Paciello, chiarisce che le lesioni provocate dal cane erano sufficienti a causare il decesso immediato della bambina.
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Secondo quanto riferito dal veterinario, il morso non va interpretato come un atto predatorio del pitbull, ma come una reazione improvvisa e incontrollata, probabilmente scatenata da un movimento improvviso o dal pianto della bambina. Si tratta di un comportamento raro, che può verificarsi in condizioni di forte eccitazione o confusione dell’animale.

Il racconto del padre e le indagini in corso
Il padre della piccola, un giovane di 25 anni, è indagato per omicidio colposo per omessa custodia e vigilanza del cane. Circa un mese fa, ascoltato dal pm e assistito dall’avvocato Luigi Montano, ha ricostruito quella tragica notte. La moglie non era ancora rientrata dal lavoro e lui era rimasto a casa con la figlia e i due cani di famiglia. Dopo essersi addormentato, si sarebbe svegliato trovando la bambina ai piedi del letto, riversa in una pozza di sangue. Immediatamente l’ha trasportata a piedi nella vicina clinica Villa dei Fiori, dove purtroppo i medici non hanno potuto salvarla.
Dai primi rilievi era emerso che sul collo della bambina vi erano segni compatibili con il morso del pitbull. Solo l’autopsia ha potuto confermare che le lesioni erano immediatamente fatali e la causa principale del decesso.
L’esito dei controlli sugli animali e la cagnolina deceduta
I due cani di famiglia, il pitbull Tyson e la meticcia Laika, furono sottoposti a controlli nei giorni successivi alla tragedia. Entrambi furono trasferiti in una struttura specializzata: Laika, la cagnolina meticcia, è morta circa un mese dopo. L’episodio ha acceso un ampio dibattito mediatico, alimentato anche da informazioni false diffuse sui social, legate al comportamento del padre e alla gestione della scena della tragedia.

Fake news e disinformazione sui social
Nei giorni successivi all’accaduto, la vicenda aveva attirato l’attenzione dei media e dei social network, dove erano circolate numerose fake news: alcuni utenti avevano avanzato teorie infondate, dal coinvolgimento del padre nella morte della figlia per debiti di droga, fino a ipotizzare un omicidio volontario.
Due elementi, in particolare, erano stati strumentalizzati: il ritrovamento del pigiama sporco di sangue nella spazzatura e la pulizia dell’abitazione da parte dei familiari. In realtà, come chiarito dagli inquirenti, il pigiama era stato tagliato dai sanitari della clinica durante le manovre di soccorso e poi smaltito tra i rifiuti, mentre la pulizia in casa era stata effettuata da una parente in modo istintivo, dopo che i sopralluoghi della Scientifica erano stati completati.
Il monito degli esperti e la sicurezza in casa
L’episodio di Acerra sottolinea l’importanza della vigilanza costante quando in casa ci sono animali di grossa taglia, soprattutto in presenza di bambini piccoli. Secondo gli esperti, anche animali domestici generalmente tranquilli possono reagire in maniera imprevedibile in situazioni di stress o eccitazione, rendendo fondamentale l’adozione di misure preventive per la sicurezza dei minori.
L’indagine prosegue per chiarire eventuali responsabilità legate alla custodia del cane, ma i dati raccolti finora confermano che la tragedia è stata il risultato di un tragico incidente domestico. La vicenda, oltre a scuotere la comunità locale, rappresenta un monito per tutte le famiglie con animali, sull’importanza di combinare affetto e vigilanza nella convivenza con cani di taglia grande o potenzialmente pericolosi.


