
Un importante passo legislativo è stato compiuto ieri a Montecitorio, dove la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura il cosiddetto ddl Valditara sul consenso informato. La norma, al centro di un acceso dibattito politico e sociale, stabilisce che l’educazione sessuale nelle scuole medie e superiori potrà essere svolta solo per quegli alunni per i quali sia stato espresso il consenso dai genitori. L’approvazione è avvenuta con 151 voti a favore, 113 contrari e 1 astenuto, aprendo la strada a una nuova regolamentazione delle attività di educazione sessuo-affettiva nelle istituzioni scolastiche italiane.
Leggi anche: Educazione sessuale a scuola, 38 italiani su 100 contrari
Il provvedimento ha escluso, in maniera esplicita, le scuole materne e le primarie dalle attività di educazione sessuale, mantenendo così un confine chiaro tra i diversi gradi di istruzione. Secondo quanto indicato nel ddl, il rispetto del consenso dei genitori diventa requisito necessario per l’attivazione dei corsi nelle scuole secondarie, un principio che il governo e il ministro dell’Istruzione, Valditara, hanno definito fondamentale per garantire la libertà educativa delle famiglie.

Contenuti e limiti del ddl
Il ddl precisa che l’educazione sessuale nelle scuole medie e superiori deve comunque rispettare quanto previsto dalle indicazioni nazionali. In pratica, i programmi scolastici continuano a prevedere nozioni di biologia, anatomia dei corpi, differenze biologiche tra uomo e donna, funzioni riproduttive e malattie sessualmente trasmissibili. Un richiamo al rispetto, all’empatia e alla dimensione civica dell’educazione rimane contenuto nelle linee guida sull’educazione civica, senza introdurre elementi obbligatori di educazione sessuale affettiva per tutti gli studenti.
L’approvazione della Camera segna una piccola modifica rispetto al testo originale, consentendo ai ragazzi delle medie di partecipare ai percorsi formativi con il consenso dei genitori. Si tratta di una retromarcia della maggioranza rispetto alla proposta iniziale, che prevedeva limitazioni più rigide. Nonostante ciò, le opposizioni hanno mantenuto le loro critiche, denunciando come il ddl possa limitare l’educazione sessuale e la prevenzione di episodi di violenza tra i giovani.
Reazioni e polemiche
Le minoranze avevano chiesto il rinvio del provvedimento in commissione, citando anche l’episodio della “lista stupri” comparsa al liceo Giulio Cesare di Roma, un caso che aveva sollevato grande indignazione e acceso il dibattito sull’educazione sessuale nelle scuole. Tuttavia, la richiesta non è stata accolta, e il ddl è passato all’Aula con i voti della maggioranza.
Il dibattito politico rimane acceso: da un lato, la maggioranza sostiene che il ddl rispetti la libertà educativa delle famiglie e tuteli i diritti dei genitori; dall’altro, le opposizioni ritengono che il provvedimento possa ostacolare la prevenzione della violenza sessuale e limitare le informazioni fondamentali per gli adolescenti.

Prossimi passaggi legislativi
Il ddl Valditara dovrà ora affrontare il Senato, dove il calendario dei lavori parlamentari, impegnato sulla Manovra e altri provvedimenti prioritari, probabilmente posticiperà l’esame a dopo il 2025. Questo significa che la norma difficilmente entrerà in vigore prima del 2026.
In sintesi, il provvedimento rappresenta un compromesso tra il rispetto del ruolo educativo dei genitori e la necessità di fornire ai giovani strumenti di conoscenza e prevenzione in materia di sessualità. La discussione in Parlamento e nelle scuole italiane, tuttavia, è destinata a continuare, soprattutto alla luce dei casi recenti di violenza e sessismo giovanile che hanno acceso il dibattito pubblico.


