
Nelle sere più fredde, quando le strade sembrano inghiottire i rumori e le luci si fanno più rade, i passi dei passanti risuonano come un eco che accompagna il lento scorrere della vita cittadina. È in questi momenti che la routine quotidiana può trasformarsi in qualcosa di diverso, lasciando affiorare un’inquietudine che cresce senza rumore, come un presagio difficile da ignorare.
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La paura che nasce all’improvviso
Molti raccontano di come, nelle ultime settimane, il semplice rientro a casa abbia assunto un tono più prudente. Sguardi dietro le spalle, telefoni tenuti stretti, una sensazione di vulnerabilità che sembra insinuarsi tra i vicoli e sotto i portici. Una tensione sottile, alimentata da episodi improvvisi che hanno coinvolto soprattutto donne sole sulla via del ritorno.

Aggressioni seriali a Prato
Il quadro è diventato concreto quando, a Prato, sono emersi almeno sette episodi di aggressioni contro donne, attribuiti a un giovane straniero. Gli inquirenti hanno ricostruito una serie di assalti caratterizzati da violenza improvvisa, fino a disporne il ricovero in una struttura specializzata dopo che il ventenne è stato ritenuto incapace di intendere e di volere.
L’ultimo attacco in piazza delle Carceri
L’episodio più recente risale alla sera del 6 dicembre, quando una donna italiana di 30 anni è stata affrontata e colpita al volto con un coccio di bottiglia. L’aggressore, un 20enne marocchino, l’ha intercettata in piazza delle Carceri, sfregiandola senza preavviso. La vittima è stata soccorsa e trasportata all’ospedale Santo Stefano, dove ha ricevuto le cure necessarie.

Una violenza che si ripete
Le indagini hanno mostrato come il giovane non fosse nuovo a simili comportamenti. Sono sei gli altri episodi collegati a lui, tutti contro donne italiane. Tra questi, quello avvenuto mercoledì in via Garibaldi, dove una 64enne è stata spinta a terra con forza. La figlia, indignata, ha raccontato che non si è trattato di un tentativo di rapina, ma di un gesto violento fine a sé stesso che ha causato alla donna una frattura al gomito.
Un clima di paura sempre più diffuso
Tornando al 4 settembre, un’altra aggressione si era verificata in via Santa Trinità, sempre ai danni di una giovane donna. L’evolversi degli eventi ha portato al ricovero forzato del ventenne, considerato mentalmente instabile e in regola con il permesso di soggiorno. La figlia della 64enne ha espresso amarezza e timore, sottolineando come il centro di Prato sembri ormai un luogo dove la sicurezza personale appare meno scontata.


