
La leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado, insignita del Premio Nobel per la Pace, non sarà presente alla cerimonia ufficiale in programma oggi a Oslo. La notizia è stata confermata dal direttore dell’Istituto Nobel norvegese, Kristian Berg Harpviken, che ha dichiarato di non avere informazioni precise sulla posizione attuale della premiata. L’assenza, annunciata poche ore prima dell’evento, rappresenta un elemento di forte rilievo in una giornata di grande valore simbolico e politico.
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Harpviken, intervistato dall’emittente pubblica norvegese NRK, ha spiegato con chiarezza la situazione: “Semplicemente non so dove si trovi esattamente”. Una frase che riflette l’incertezza che da giorni accompagna la vicenda, in particolare riguardo alla possibilità per Machado di lasciare il Venezuela, dove vive in condizioni di clandestinità. L’Istituto ha precisato che a rappresentare la vincitrice sarà la figlia, scelta inevitabile alla luce delle circostanze che impediscono alla leader di raggiungere la Norvegia.

Il contesto e la presenza dei leader internazionali
L’assenza di Machado assume un significato ancora più forte per la natura del premio e per il momento politico che attraversa il Venezuela. A 58 anni, la leader dell’opposizione continua a vivere sotto forte pressione interna, elemento che rende difficile qualsiasi spostamento fuori dal Paese. La cerimonia, prevista per le 13:00 nel Municipio di Oslo, avrebbe dovuto segnare la sua prima apparizione pubblica internazionale dopo l’assegnazione del premio.
Tra le presenze più attese figura quella del presidente argentino Javier Milei, arrivato ieri sera nella capitale norvegese. Milei ha più volte espresso il proprio sostegno alla causa venezuelana e oggi incontrerà il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store, per poi essere ricevuto dal re Harald e dalla regina Sonja. Successivamente raggiungerà la sede della cerimonia, dichiarando di voler essere presente “per sostenere la vincitrice del Premio Nobel per la Pace Maria Corina Machado e l’opposizione venezuelana”.
Oltre al presidente argentino, parteciperanno anche i leader di Panama, Ecuador e Paraguay, segno di un’attenzione internazionale particolarmente elevata nei confronti della situazione democratica venezuelana e del riconoscimento assegnato a Machado.

Una cerimonia segnata da assenze e simboli politici
L’assenza della premiata, pur attesa da alcuni osservatori, getta un’ombra sulle celebrazioni e mette al centro dell’attenzione la condizione dei leader politici oppositori nei regimi autoritari. La figura di Maria Corina Machado, già protagonista di una lunga stagione di mobilitazione democratica in Venezuela, diventa oggi simbolo non solo di un riconoscimento internazionale, ma anche delle difficoltà che affrontano coloro che contestano apertamente il potere nel loro Paese.
La decisione dell’Istituto Nobel di confermare la cerimonia con la rappresentanza della figlia sottolinea la volontà di mantenere forte il messaggio del premio, evidenziando al tempo stesso le limitazioni imposte dalla situazione politica venezuelana. L’attenzione si concentra ora sulle reazioni internazionali e sull’impatto che questa assenza avrà nel dibattito diplomatico.
La giornata di Oslo si presenta dunque carica di significati: da un lato il riconoscimento a una figura simbolo della lotta democratica; dall’altro, l’impossibilità della premiata di partecipare, che rende ancora più evidente il quadro di repressione e incertezza che caratterizza il suo Paese. Una cerimonia che, anche in assenza della sua protagonista, continua a essere un forte richiamo alla difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali.


