
Un palco gremito, applausi scanditi e toni da comizio di fine campagna. Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo alla chiusura della campagna elettorale di Alessandro Tomasi, ha scelto di intrecciare politica interna e scenario internazionale, commentando l’accordo di pace raggiunto in Medio Oriente.
«Hamas non firma la pace per Landini, né per Albanese che insulta la Segre, né per Greta con la Flotilla», ha dichiarato la presidente del Consiglio, scandendo le parole davanti alla platea. «C’è una persona da ringraziare: Trump, presidente degli Stati Uniti, repubblicano», ha aggiunto, suscitando un lungo applauso.
Meloni ha poi attaccato la sinistra, accusandola di strumentalizzare il tema della guerra e del dialogo in Medio Oriente: «Non ci facciamo fare la morale da una sinistra sempre più radicalizzata», ha detto, rivendicando la posizione del governo italiano nel sostenere il processo di pacificazione avviato da Washington.
L’intervento della premier arriva nelle stesse ore in cui la comunità internazionale guarda al primo passo concreto del piano Trump, che prevede il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza. Meloni ha ribadito la linea dell’Italia: sostegno alla pace, ma “solo se garantisce la sicurezza di Israele e la fine del terrorismo di Hamas”.


