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Neonati morti nell’armadio, spuntano le chat shock: “Sapeva tutto”. Cosa cercano adesso

Pubblicato: 10/10/2025 20:38

Una vicenda che getta un’ombra inquietante sulla città di Reggio Calabria e che ha scosso profondamente l’opinione pubblica: l’arresto di una ragazza di 25 anni con l’accusa di aver ucciso e nascosto i corpi di due neonati nell’armadio della sua abitazione. Il macabro ritrovamento risale al luglio dello scorso anno, ma i dettagli emersi dalle chat rinvenute sui suoi dispositivi dalla polizia aggiungono strati di angoscia e rivelano una consapevolezza della gravidanza che la giovane aveva ostinatamente negato.

Le conversazioni digitali non solo incastrano l’accusata per i fatti noti, ma hanno anche fatto nascere il terribile sospetto della presenza di un terzo neonato precedente, i cui resti sono ora attivamente ricercati, e hanno condotto all’iscrizione nel registro degli indagati del fidanzato della ragazza con l’accusa di favoreggiamento.

Le chat: non abbiamo soldi e non viviamo neppure insieme

I messaggi scambiati tra la ragazza e il suo fidanzato, all’epoca dei fatti rispettivamente 24 e poco più, rappresentano un documento agghiacciante della disperazione e della consapevolezza che aleggiava sulla gravidanza. Quando la giovane annunciava un “ritardo” e il sospetto di essere incinta, il fidanzato rispondeva con una apparente, seppur superficiale, tranquillità: “Vabbé non è grave, siamo grandi e posiamo gestire questa cosa”. La replica di lei, riportata integralmente nel virgolettato, suonava però come una sentenza drammatica sulle loro condizioni: “Cosa dici? Non abbiamo soldi e non viviamo neppure insieme”.

Queste conversazioni, rese note in particolare dalla trasmissione “Dentro la notizia”, hanno confermato in modo inequivocabile che entrambi erano a conoscenza dell’arrivo di un bambino. Parallelamente alla consapevolezza, emergeva un profondo disaccordo sul futuro e sulla possibilità di tenere o meno il nascituro. Il ragazzo, pur dimostrando una certa leggerezza, proponeva una soluzione terribile: “Pensiamoci, possiamo anche non tenerlo”. Una frase che ha evidenziato una condivisione del dilemma etico e della tragica ipotesi. La ragazza, tuttavia, si sentiva sola nel fardello, replicando con un amaro rimprovero: “La fai facile tu, ma non ti preoccupi davvero di come sto, non ho fatto tutto da sola”. Queste tensioni e disaccordi, registrati digitalmente, sono ora elementi chiave per ricostruire il movente e le dinamiche che hanno portato al duplice infanticidio e al successivo occultamento dei corpi.

Il terrificante sospetto di un terzo neonato nel 2022

La disamina dei dispositivi della 25enne ha portato a una scoperta ancora più inquietante: la coppia si era già trovata in una situazione analoga nell’agosto del 2022. Messaggi risalenti a quell’epoca lasciano intravedere il sospetto di una precedente gravidanza tenuta segreta e conclusasi in modo misterioso. In un messaggio del 2022, il fidanzato scriveva con un tono quasi rassegnato o forse in un tentativo di convincimento: “Ora che siamo vicini al termine ho pensato che avere un figlio sia comunque la cosa più bella che c’è anche se non è il momento migliore per noi”.

L’ansia della ragazza era palpabile anche in quella circostanza: “Io ho molta paura e non sto bene fisicamente”. Dalle chat emerge che anche questa gravidanza era stata tenuta nascosta a tutti i parenti, alimentando il senso di isolamento e panico della giovane. La dinamica tra i due si ripeteva con insistenza: lui che tentava di forzare la situazione: “Devi dirlo a qualcuno dei tuoi”, e lei che si chiudeva in un rifiuto ansioso: “Il pensiero di farlo mi mette in ansia e poi non voglio parlare con te di questo per telefono”.

La pressione del tempo portava il ragazzo a una risoluzione drastica, annunciata nel messaggio: “Bhe senti io son stanco di questi dubbi, stasera lo dico a mia madre… Fra pochi giorni c’è il parto”. Un tentativo immediatamente bloccato dalla ragazza: “Assolutamente non devi farlo ne parliamo domani di persona”. L’insistenza finale di lui – “Dimmi cosa vuoi fare, non possiamo continuare a nascondere questa cosa” – rimane senza risposta nota, ma il fatto che di quel bambino del 2022 nessuno abbia mai saputo nulla ha fatto scattare l’allarme nella polizia giudiziaria. Si teme che possa essere stato ucciso e occultato seguendo la stessa, tragica, sorte dei due neonati ritrovati l’anno successivo. Per questo motivo, le autorità sono ora impegnate in nuove ricerche per ritrovare gli eventuali resti di un terzo, innocente, neonato.

La negazione in ospedale: diceva di essere vergine

Il tragico epilogo dei due neonati nel luglio scorso è stato svelato quando la giovane, colpita da una grave emorragia conseguente al parto, si recò da sola in ospedale. Ciò che ha reso la vicenda ancora più incredibile è la lucida e ostinata negazione della ragazza. Il medico che la visitò ha rivelato dettagli sconcertanti sulla sua condotta, confermando una determinazione fuori dal comune nel nascondere la verità.

“La paziente riferì solo una perdita di sangue sostenendo di non aver mai avuto rapporti sessuali”, ha raccontato il sanitario. La negazione non fu un atto di pochi minuti, ma una linea sostenuta con fermezza per tutta la degenza. Il personale medico, inizialmente, riteneva potesse trattarsi di un tumore data l’assoluta e determinata negazione della gravidanza e del parto. La ragazza era descritta come “determinata e lucida” in questa sua opera di depistaggio, che è stata smentita solo, in modo inequivocabile, dagli esami di laboratorio che hanno finalmente “scoperto la verità”. La conferma del parto, tuttavia, ha portato alla terribile ricerca e al conseguente ritrovamento dei due corpicini nascosti nell’armadio di casa, dando il via all’inchiesta che sta ora delineando un quadro familiare, emotivo ed economico di estrema fragilità e disperazione.

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