Vai al contenuto

Israele smentisce Hamas: “I corpi restituiti non sono degli ostaggi”

Pubblicato: 01/11/2025 09:23

La notizia è arrivata nel corso della notte, accompagnata da un clima di attesa e tensione. Nelle ultime ore Hamas aveva consegnato alla Croce Rossa internazionale alcuni resti umani, sostenendo che appartenessero a persone trattenute nella Striscia. Una possibile svolta, che aveva riacceso speranze e timori nelle famiglie coinvolte.

Ma dopo le prime verifiche medico-legali, la conferma è arrivata dalle autorità israeliane: i resti parziali consegnati non appartengono a nessuno degli ostaggi tuttora in mano all’organizzazione. A riportarlo è il Times of Israel, citando fonti ufficiali incaricate dell’identificazione. Le procedure di riconoscimento proseguiranno per stabilire chi fossero le vittime e in quali circostanze siano morte.


La situazione tra Gaza e Israele

Sul terreno, l’equilibrio rimane estremamente fragile. Dopo giorni di scambi di accuse, stop-and-go nei colloqui e brevi tregue umanitarie, la situazione appare ancora lontana da una stabilizzazione. L’esercito israeliano continua a mantenere una presenza massiccia attorno alla Striscia e ha rivendicato nelle ultime ore nuove operazioni mirate contro quella che definisce la rete militare e logistica di Hamas.

Dal canto suo, il movimento palestinese denuncia bombardamenti diffusi, condizioni critiche per la popolazione civile e una crisi umanitaria in rapido aggravamento. Ospedali, infrastrutture e vie di evacuazione restano sotto forte pressione, mentre l’ingresso degli aiuti procede con grande lentezza rispetto alle necessità.

A livello diplomatico, i mediatori internazionali – con il coinvolgimento di Egitto, Qatar e Stati Uniti – cercano nuove aperture per prolungare e consolidare una tregua più stabile che consenta innanzitutto la liberazione di parte degli ostaggi e un afflusso più consistente di aiuti. Ma le posizioni delle parti restano distanti: Israele punta a smantellare la capacità militare di Hamas, mentre il movimento continua a rivendicare un cessate il fuoco pieno e garanzie politiche.

In questo contesto, ogni scambio di informazioni, ogni restituzione di prigionieri o resti, diventa un tassello potenzialmente decisivo – o un ulteriore motivo di scontro e sfiducia.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure