
Ogni stagione economica in Italia sembra avere la sua sanatoria fiscale, uno strumento tanto discusso quanto atteso da milioni di contribuenti. Le ragioni che spingono un governo a introdurre una nuova forma di rottamazione sono sempre le stesse: da un lato, offrire una via d’uscita a chi non riesce più a sostenere i debiti con il Fisco; dall’altro, riportare nelle casse dello Stato risorse che altrimenti rimarrebbero inesigibili.
Leggi anche: Manovra: le novità dell’ultima ora sulle tasse, tra plastic tax e accise
Con la manovra 2026, l’esecutivo ha scelto di proseguire su questa strada, tentando di bilanciare equità e necessità di gettito. Il nome della misura – rottamazione quinquies – richiama le versioni precedenti, ma con alcune novità che la rendono più impegnativa e al tempo stesso più flessibile per i contribuenti.
La nuova rottamazione e i suoi destinatari
Approvata dal Consiglio dei ministri, la rottamazione quinquies consentirà di estinguere i debiti con l’Agenzia delle Entrate in un arco temporale massimo di nove anni, suddiviso in 54 rate bimestrali di importo costante. Potranno aderire i cittadini che hanno ricevuto gli “avvisi bonari”, ovvero comunicazioni relative a imposte dichiarate ma non versate.
L’obiettivo dichiarato del governo è favorire la regolarizzazione dei contribuenti in reale difficoltà economica, evitando però che la misura diventi un condono mascherato. A tal proposito, come precisato dal vicepremier Matteo Salvini, saranno esclusi coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi.
Secondo le stime del Ministero dell’Economia, la platea potenziale potrebbe comprendere circa 16 milioni di contribuenti, anche se da questo numero vanno sottratti coloro che hanno già beneficiato della rottamazione quater.

Tributi locali e modalità di adesione
Tra le novità più rilevanti, la possibilità di includere nella sanatoria anche i tributi locali, come Imu, Tari e multe. L’adesione dovrà essere presentata online all’agente della riscossione entro il 30 aprile 2026, specificando il numero di rate prescelto, fino al limite massimo previsto.
Una delle modifiche più apprezzate riguarda la flessibilità nelle scadenze: la decadenza dalla misura scatterà soltanto dopo due rate non pagate, e non alla prima, come accadeva nelle precedenti edizioni. È invece stata eliminata l’ipotesi di introdurre una rata minima da 100 euro, giudicata troppo penalizzante per i piccoli contribuenti.
Interessi più alti e durata più lunga
La nuova rottamazione quinquies presenta tuttavia un costo maggiore rispetto al passato. Il tasso di interesse applicato dall’Agenzia delle Entrate è salito dal 2% al 4%, e la durata più estesa del piano di rientro – fino a nove anni – comporta un onere complessivo più pesante.
Come evidenziato dal Corriere della Sera, il costo finale per i debiti di importo elevato potrebbe arrivare a incidere fino al 36% del totale dovuto, quasi il doppio rispetto alla precedente rottamazione quater. Una differenza che potrebbe spingere il governo a rivedere alcuni dettagli del testo in sede di approvazione definitiva, al fine di rendere la misura più equilibrata e sostenibile.

Le parole di Giorgetti e il dibattito politico
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiarito che non si tratta di un nuovo condono:
“Non è una sanatoria per chi ha fatto il furbo, ma una misura pensata per chi ha dichiarato e non ha potuto versare. La soglia minima è stata discussa, ma per ora non è prevista.”
La rottamazione quinquies coprirà le cartelle esattoriali dal 2000 al 2023, con modalità semplificate per i debiti inferiori a 5.000 euro. In una fase preliminare si era ipotizzata anche una quota iniziale del 5% come anticipo obbligatorio per scoraggiare adesioni opportunistiche, ma la proposta è stata abbandonata nel testo finale approvato dal Consiglio dei ministri.
Il percorso parlamentare e le prospettive
Il provvedimento passerà ora all’esame del Parlamento, dove potrà subire modifiche prima dell’approvazione definitiva, prevista entro la fine del 2025. Si tratta di una misura che, come le precedenti, punta a dare respiro a cittadini e imprese in difficoltà, ma che rischia di riaprire il dibattito sull’efficacia e sull’etica delle sanatorie fiscali ripetute.
Se da un lato la rottamazione quinquies promette di alleggerire il peso dei debiti e garantire entrate certe allo Stato, dall’altro solleva ancora una volta la questione del rapporto tra rigore fiscale e solidarietà economica. Una questione che, in Italia, continua a essere al centro di ogni manovra, tra esigenze di bilancio e richieste di equità.


