
Il commissario tecnico della Nazionale italiana, Gennaro Gattuso, non ha nascosto la sua forte delusione e il suo sdegno per alcuni cori intonati dai tifosi italiani presenti a Chișinău, in Moldavia, subito dopo la vittoria della sua squadra. Le dichiarazioni di Gattuso, rilasciate a caldo e con la sua consueta passione, sono state un vero e proprio j’accuse nei confronti di una parte del tifo azzurro, stigmatizzando comportamenti che ritiene inaccettabili e ingiusti nei confronti dei giocatori e dello staff che, a suo dire, hanno onorato la maglia e la partita.
La dura critica alle contestazioni
Gattuso si è soffermato in modo esplicito e diretto sui contenuti di quei cori, che a quanto pare invitavano i membri della Nazionale ad “andare a lavorare“, un’espressione che il CT ha trovato particolarmente offensiva e priva di rispetto per l’impegno e la professionalità dei calciatori. “Ho sentito quello che hanno detto i tifosi, è una vergogna che ci dicano ‘andate a lavorare’“, ha tuonato l’allenatore, sottolineando come tali affermazioni rappresentino un tradimento nei confronti dello sforzo e della dedizione che la squadra mette in campo. Per Gattuso, il calcio è un lavoro estremamente serio e impegnativo, che richiede sacrifici costanti e una pressione mediatica non indifferente, elementi che a suo avviso dovrebbero essere riconosciuti e rispettati da chi si dichiara sostenitore della maglia azzurra. L’insoddisfazione manifestata da una minoranza dei presenti non può e non deve oscurare la prestazione e il risultato ottenuto.
L’analisi della prestazione contro la Moldavia
Nonostante le polemiche, Gattuso ha voluto difendere strenuamente la prestazione offerta dai suoi ragazzi contro la Moldavia, mettendo in risalto la solidità e la superiorità dimostrata in campo. La sua analisi è lucida e fattuale: “Io ho visto un’Italia che ha giocato, loro non hanno mai tirato in porta“, ha dichiarato con fermezza, respingendo qualsiasi critica sul piano del gioco o dell’impegno. Per il CT, la vittoria è stata meritata e il dominio territoriale e di gioco è stato innegabile. L’enfasi è posta sul fatto che l’obiettivo primario era la vittoria e la conquista dei tre punti, raggiunta con una prestazione che, sebbene forse non spettacolare, è stata efficace e priva di rischi. Gattuso si è detto molto soddisfatto dell’atteggiamento e dell’approccio tattico della squadra, che ha saputo gestire la partita senza concedere opportunità concrete all’avversario.
La difesa dei progressi della squadra
Il tecnico si è spinto oltre, affrontando direttamente il tema delle aspettative e del giudizio storico sulla Nazionale. Ha lanciato una frecciata a coloro che, a suo parere, vivono ancora nel ricordo nostalgico di prestazioni passate e non riescono a cogliere i progressi attuali del gruppo. Il riferimento, forse un po’ iperbolico ma certamente provocatorio, è a un’ipotetica e datata vittoria con un risultato roboante: “se siete rimasti all’11-1 della Norvegia è un problema vostro“, ha sentenziato Gattuso. Questa frase è un chiaro invito a guardare al presente e alla realtà del calcio moderno, un contesto in cui le vittorie sono sempre più difficili e i margini di scarto si sono ridotti drasticamente a livello internazionale. Per Gattuso, il suo lavoro deve essere valutato in base ai risultati e alla crescita della squadra in relazione al panorama calcistico attuale, e non in base a miti o ricordi di epoche lontane. La squadra sta lavorando duramente per migliorare e merita sostegno e fiducia.
Le riflessioni sul sistema di qualificazione
Infine, il CT ha aperto una parentesi di natura più tecnica e istituzionale, toccando il tema della formula di qualificazione ai tornei internazionali, in particolare ai Mondiali. Le sue considerazioni sono incentrate sul cambiamento avvenuto nel corso degli anni e sulla maggiore competitività che caratterizza oggi la fase di accesso alla competizione iridata. Gattuso ha portato esempi significativi e concreti che testimoniano l’evoluzione del calcio a livello globale: “Nel ’94 c’erano due africane, ora otto. Ai miei tempi le migliori seconde europee andavano direttamente al Mondiale…“, ha ricordato. Questo confronto evidenzia come l’accesso al Mondiale sia diventato oggettivamente più complicato per le Nazionali europee, a causa dell’aumento del numero di squadre partecipanti provenienti da altri continenti e, di conseguenza, della ridistribuzione dei posti disponibili. L’allusione alle migliori seconde che un tempo accedevano direttamente al torneo è un modo per sottolineare la maggiore difficoltà e la maggiore pressione che gravano oggi sulle squadre durante la fase di qualificazione, rendendo ogni singola partita e ogni singolo punto estremamente più preziosi e determinanti.


