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Discorso di Trump modificato, la Bbc fa mea culpa. Lettera di scuse al tycoon: “Siamo dispiaciuti ma non diffamatori”

Pubblicato: 13/11/2025 23:21

Il recente episodio che ha visto coinvolta la BBC e l’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sollevato un intenso dibattito sulla responsabilità editoriale, la satira e i limiti della manipolazione mediatica. Al centro della controversia c’è stata la messa in onda di un discorso del tycoon modificato, un’alterazione che ha scatenato la ferma reazione della squadra di Trump e che ha richiesto l’intervento diretto del presidente della BBC, Samir Shah. La vicenda si è conclusa, per il momento, con una lettera di scuse personali inviata da Shah, pur mantenendo una posizione difensiva riguardo alle accuse di diffamazione. Questo evento non è solo un semplice errore di produzione, ma un segnale eloquente delle tensioni esistenti tra i grandi media internazionali e le figure politiche polarizzanti.

La controversia: modifica del discorso di Trump

Il nocciolo della polemica risiede nella modifica apportata a un discorso tenuto da Donald Trump. Sebbene il comunicato della BBC non abbia fornito dettagli specifici sulla natura esatta delle alterazioni, è chiaro che le modifiche hanno riguardato le immagini o il montaggio del filmato in modo tale da alterare o potenzialmente ridicolizzare il messaggio o l’immagine del Presidente. Questa prassi, sebbene talvolta utilizzata in contesti di satira politica o commento editoriale, è stata in questo caso percepita come un superamento del limite da parte del team di Trump, il quale ha evidentemente interpretato l’azione come un atto di denigrazione intenzionale e diffamazione. La potenza mediatica e la reputazione di un’istituzione come la BBC rendono ogni sua azione estremamente significativa, specialmente quando rivolta a un personaggio politico di tale calibro e con una storia di rapporti tesi con la stampa.

La risposta della BBC e le scuse di Shah

La pressione politica e mediatica generata dalla controversia ha portato a una risposta rapida da parte della BBC. Il presidente Samir Shah ha scelto una mossa diplomatica, inviando una “lettera personale” direttamente alla Casa Bianca. L’obiettivo primario di questa missiva, come dichiarato dalla stessa emittente, era “chiarire al presidente Trump che lui e l’azienda sono dispiaciuti” per la modifica del discorso. Questa ammissione di “dispiacere” e “sincero rammarico per il modo in cui queste immagini sono state modificate” rappresenta un riconoscimento implicito di un errore nel giudizio editoriale o nella procedura di montaggio. È una tappa obbligata per un’organizzazione che fa della sua imparzialità e della sua affidabilità la sua bandiera, specialmente sul palcoscenico internazionale.

Diffamazione e confini legali

Nonostante le scuse per la procedura e l’effetto della modifica, la BBC ha mantenuto una posizione ferma riguardo alle accuse legali mosse contro di essa. L’emittente ha “contestato fermamente che vi sia alcuna base legale per una denuncia per diffamazione”. Questa distinzione è cruciale e sottolinea la volontà dell’azienda di separare l’errore di forma o il cattivo gusto editoriale dalla violazione di legge. La diffamazione richiede, in generale, la prova di una falsa dichiarazione di fatto che abbia danneggiato la reputazione di una persona. Sostenendo di non esserci alcuna “base legale”, la BBC sta essenzialmente affermando che, pur avendo commesso un errore che ha causato un rammarico, l’azione non ha raggiunto la soglia legale per costituire un atto diffamatorio. Questa presa di posizione evidenzia la complessità delle leggi sui media e i confini sottili tra satira/commento e diffamazione.

Le implicazioni per il giornalismo e la fiducia pubblica

L’intera vicenda getta luce sulle sfide che i media di servizio pubblico devono affrontare nell’era della polarizzazione politica e delle notizie immediate. Per un’istituzione come la BBC, la cui credibilità si fonda su un’immagine di neutralità, l’incidente, anche se risolto con scuse, rischia di erodere ulteriormente la fiducia presso una parte dell’opinione pubblica, specialmente coloro che già nutrono scetticismo verso i “media tradizionali”. L’uso disinvolto di modifiche visive in un contesto che potrebbe essere percepito come notizia o commento serio solleva domande sulla trasparenza e sulla responsabilità nell’editing dei contenuti politici. La lettera di Shah serve, quindi, non solo come atto di cortesia diplomatica, ma come un tentativo di riparazione dell’immagine istituzionale della BBC nel difficile panorama mediatico globale.

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