
Nel comunicato diffuso al termine della riunione del Consiglio supremo di difesa (Csd), il Quirinale ribadisce il «pieno sostegno italiano all’Ucraina» nella difesa della propria libertà. In questo quadro si inserisce il dodicesimo decreto di aiuti militari, oltre alla partecipazione attiva dell’Italia alle iniziative di UE e Nato per il supporto a Kiev e alla futura ricostruzione del Paese.
Il Csd si è riunito oggi al Palazzo del Quirinale sotto la presidenza di Sergio Mattarella. Presenti, tra gli altri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Difesa Guido Crosetto e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, insieme al Capo di stato maggiore della difesa, generale Luciano Portolano.

Hanno partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il Segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti e il consigliere del Presidente per gli Affari del Consiglio supremo, Francesco Saverio Garofani.
Il Consiglio constata che il conflitto in Ucraina continua senza segnali di distensione e denuncia l’«accanimento» della Russia nel perseguire obiettivi di annessione territoriale. Kiev resta bersaglio di bombardamenti su infrastrutture critiche e civili, con pesanti ripercussioni sulla popolazione. Il Csd segnala inoltre l’intensificazione dell’uso dei droni, impiegati dalla Russia anche violando lo spazio aereo di Paesi Nato.
Da un lato, queste incursioni mostrano la prontezza dell’Alleanza Atlantica; dall’altro, evidenziano la necessità per l’Europa di adeguare le proprie capacità, anche attraverso i progetti del Libro Bianco della Difesa 2030. Sul fronte mediorientale, il Consiglio accoglie positivamente il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, pur sottolineando la gravità delle continue violenze sui civili e il rischio di un ritorno di episodi di antisemitismo.

Una pace duratura, ribadisce il Csd, richiede un approccio multilaterale e regionale, il disarmo di Hamas e l’attuazione del piano di pace di Sharm el-Sheikh, con l’obiettivo di giungere alla fine dell’occupazione militare israeliana nella Striscia e avviare la ricostruzione di Gaza. L’Italia conferma il ruolo dell’Autorità nazionale palestinese come interlocutore fondamentale e il proprio impegno nell’assistenza umanitaria e nell’addestramento delle forze di polizia palestinesi.
Il Consiglio ribadisce che la stabilità in Medio Oriente passa dalla soluzione «due popoli, due Stati». Esprime inoltre forte preoccupazione per la crescente instabilità del Sud del Libano, dove si registrano violazioni della risoluzione 1701/2006 e attacchi contro il contingente Unifil, oggi a guida italiana. Centrale resta la sicurezza della Linea Blu e il rafforzamento delle Forze Armate Libanesi.
Tra i temi affrontati anche la crisi in Libia, l’instabilità del Sahel e il drammatico conflitto in Sudan. Il Consiglio valuta con allarme le potenziali minacce provenienti dal Mediterraneo e, soprattutto, la crescente minaccia ibrida da parte della Russia e di altri attori ostili: disinformazione, interferenze nei processi democratici, campagne polarizzanti e operazioni cyber che mettono a rischio infrastrutture critiche, sistemi sanitari, reti finanziarie e piattaforme logistiche.
Le nuove sfide riguardano anche i domini spaziale e subacqueo, sempre più strategici. Il Csd sottolinea l’urgenza di sviluppare strumenti adeguati e ringrazia, in chiusura, i militari italiani impegnati in missioni in patria e all’estero, in particolare quelli schierati nel Sud del Libano e sul fianco Est della Nato, per la professionalità e il senso del dovere dimostrati.


