
Volodymyr Zelensky parla a un Paese stremato e sotto pressione. Nel suo discorso alla nazione, il presidente ucraino ha riconosciuto che il momento è “difficile” e definito la situazione un vero bivio: da una parte la possibilità di perdere un partner chiave come gli Stati Uniti, dall’altra quella di rinunciare alla “dignità” nazionale. Un riferimento diretto alle pressioni di Washington perché Kiev approvi la bozza di piano di pace sul tavolo.
Secondo il Financial Times, gli USA spingono affinché il documento venga firmato “prima del Ringraziamento”. La bozza prevede la cessione alla Russia delle regioni di Luhansk e Donetsk, mentre in Kherson e Zaporizhzhia le attuali linee di controllo resterebbero in larga parte congelate, con alcune restituzioni di territorio da definire nei negoziati. In cambio, Kiev otterrebbe garanzie di sicurezza americane contro nuove aggressioni.
Zelensky, pur confermando il confronto con la delegazione statunitense, ha ribadito che l’Ucraina accetterà solo una pace “dignitosa”, rispettosa della sovranità del Paese. “Presenterò alternative, non tradirò il Paese”, ha assicurato.
Intanto, sul terreno, la guerra continua a scolpire un quadro sempre più complesso: un attacco russo su Zaporizhzhia ha provocato cinque morti e tre feriti, mentre Mosca rivendica la conquista di Kupyansk, nel Kharkiv, un avanzamento che complica ulteriormente la posizione ucraina al fronte.
Nel suo messaggio finale, Zelensky ha ricordato che la resistenza del 2022 non fu un gesto isolato: «Non abbiamo tradito allora e non lo faremo ora». Una dichiarazione che lascia intendere che Kiev non accetterà compromessi percepiti come una resa, nemmeno sotto il peso delle pressioni internazionali.


