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Bimbi nel bosco, tutta la verità sui genitori: l’attività della madre e la storia del sangue

Pubblicato: 24/11/2025 08:13

Catherine Louise Birmingham, madre dei tre bambini allontanati dal casaletto nel bosco, gestisce un canale YouTube e un sito dove promuove il proprio libro e le attività di presunta guarigione spirituale, spesso con i figli ripresi davanti alla webcam. A ricostruire la vicenda è Il Giornale, che sottolinea come nei video la donna affermi di essere stata «costretta a fuggire dalla nostra proprietà», facendo riferimento all’intossicazione da funghi velenosi avvenuta nel settembre 2024, episodio che ha segnato l’inizio dell’intervento dei servizi sociali. Dopo quell’evento, la coppia avrebbe «fatto perdere le tracce» spostandosi verso nord.

L’allontanamento dei bambini è stato disposto il 13 novembre, dopo un anno di contrasti continui con i genitori. Nelle relazioni degli assistenti sociali emergono elementi definiti di «preoccupante negligenza genitoriale», tra cui l’assenza di frequenza scolastica, l’isolamento dei minori e il mancato rispetto delle prescrizioni richieste dal tribunale. Quando è stato domandato un certificato medico indispensabile per gli accertamenti neuropsichiatrici e le analisi del sangue, i genitori hanno opposto un rifiuto, ponendo una condizione: «Consentiremo gli esami solo se ci verranno corrisposti 50 mila euro per ciascun minore».

Una richiesta definita inspiegabile, soprattutto alla luce della loro filosofia di vita improntata al rifiuto del denaro e «dello stress delle bollette». Nonostante ciò, negli anni i coniugi hanno attivato due raccolte fondi: una da 10mila euro (2.500 raccolti) e una da 25mila dollari (17.700 ottenuti). Sul fronte scolastico, non hanno mai presentato la dichiarazione annuale necessaria per praticare l’unschooling, mostrando soltanto un certificato informale di una scuola privata di Brescia, mai depositato.

Per quanto riguarda l’abitazione, il tribunale evidenzia l’assenza di agibilità, di impianti elettrici, idrico e termici, oltre a condizioni igieniche e strutturali che — secondo i giudici — espongono i bambini a rischi di patologie polmonari. Un quadro complesso, che ha portato all’intervento dell’autorità giudiziaria e all’attuale separazione dei minori dalla famiglia.

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