
Nelle ore più silenziose della notte, quando tutto sembra immerso nella tranquillità e il riposo dovrebbe proteggere dalle insidie esterne, può bastare un dettaglio invisibile per trasformare una casa in un luogo di pericolo. È ciò che è accaduto in una piccola comunità dell’entroterra ligure, dove un’intera famiglia ha vissuto attimi di terrore a causa di un nemico silenzioso e inodore: il monossido di carbonio. Una sostanza invisibile, capace di insinuarsi senza essere notata e di colpire mentre si dorme, lasciando poco tempo per reagire.
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In questa storia, però, il destino ha trovato una battuta d’arresto grazie al pianto di un bambino, che ha richiamato l’attenzione degli adulti e ha permesso ai genitori di allertare immediatamente i soccorsi. Una decisione tempestiva che ha fatto la differenza in una notte in cui ogni minuto contava.
La famiglia intossicata a Ranzo
È intorno alla mezzanotte tra domenica 23 e lunedì 24 novembre che scatta l’allarme nell’abitazione di una famiglia residente nel Comune di Ranzo, in località Costa Bacelega, in Provincia di Imperia. La madre, il padre e i loro quattro figli piccoli accusano improvvisi malori mentre dormono. Poco dopo, i vigili del fuoco e il personale del 118 raggiungono rapidamente la casa, evacuano i locali e prestano i primi soccorsi ai sei componenti del nucleo familiare, tra cui un bambino di appena un anno e mezzo.

Le condizioni più serie riguardano i due figli più piccoli, compreso un bimbo di tre anni, che vengono trasportati insieme alla madre all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, centro d’eccellenza per casi così delicati. La gravità della situazione porta la centrale operativa ad attivare anche l’elisoccorso Grifo, che consente di trasferire in pochi minuti i pazienti nel capoluogo ligure.
Trasporti d’urgenza e prime diagnosi
Mentre i più piccoli raggiungono il Gaslini, gli altri membri della famiglia vengono accompagnati nei pronto soccorso del Santa Corona di Pietra Ligure e dell’ospedale di Imperia tramite le ambulanze presenti sul posto. Dopo i controlli e le prime analisi, i medici escludono il pericolo di vita per tutti, pur mantenendo l’intero gruppo in osservazione a causa dell’elevato rischio legato all’intossicazione da monossido di carbonio, che può avere effetti gravissimi anche a distanza di ore.
A risultare decisiva è stata la prontezza dei genitori nel richiedere aiuto, un gesto che ha evitato quello che, durante il sonno, avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia irreparabile. L’allarme, secondo le prime ricostruzioni, è scattato quando uno dei bambini si è svegliato in preda al malessere, mettendo in allerta l’intera famiglia.

Le indagini sulle cause dell’intossicazione
Le verifiche sono proseguite nelle ore successive per accertare l’origine dell’accumulo di gas. L’ipotesi prevalente indica una fuga proveniente da una termostufa a legna in funzione durante la notte. Secondo i primi accertamenti, le esalazioni potrebbero essere state generate da un problema alla condotta del camino, poiché la stufa si trovava nel locale caldaia, un ambiente che avrebbe favorito la diffusione del monossido all’interno dell’abitazione.
La vicenda sottolinea ancora una volta l’importanza di controlli periodici sugli impianti di riscaldamento e della presenza di rilevatori domestici di gas, strumenti spesso sottovalutati ma fondamentali per prevenire incidenti che possono avere conseguenze gravissime.
In una notte che poteva trasformarsi in tragedia, a fare la differenza sono stati un pianto, un’intuizione e la rapidità dei soccorsi. Ora la famiglia resta sotto osservazione, mentre le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio e garantire che un episodio simile non possa ripetersi.


