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Il generale Petraeus: “I russi non reggeranno a lungo, sul campo sono in difficoltà. Scacco matto? In due mosse”

Pubblicato: 02/12/2025 08:42

In ogni conflitto ci sono parole che rimangono sospese, cariche del peso di decisioni che si riflettono sul destino di intere nazioni. Le testimonianze di chi ha vissuto la guerra dall’interno hanno un valore particolare, perché aprono uno spiraglio su ciò che si consuma lontano dagli occhi del mondo. È un racconto che si intreccia con analisi, prudenza, memoria e una profonda consapevolezza del costo umano che ogni scontro porta con sé.
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Nelle stanze dove si discutono tregue, compromessi e strategie, il confine tra speranza e disincanto è labile. Ogni passo avanti può essere seguito da un improvviso arretramento, ogni promessa può svanire davanti alla rigidità delle parti. È in questo scenario complesso che si collocano le considerazioni del generale David Petraeus, raccolte in un’intervista al Corriere della Sera, voce autorevole perché proveniente da chi ha guidato due guerre e conosce come pochi la fragilità delle soluzioni instabili.

Dubbi sui negoziati e incertezze russe

Nel confronto con il quotidiano, Petraeus esprime cautela sulla possibilità che i negoziati stiano realmente avvicinando la pace in Ucraina. Il generale ricorda come la chiave non sia solo fermare la guerra, ma farlo in modo duraturo e ragionevole, evitando compromessi che possano riaccendere le ostilità.

Secondo quanto riferito, una parte dei punti del piano negoziale sarebbe stata ridotta, con 19 temi su cui Washington e Kyiv avrebbero trovato convergenza. Rimangono tuttavia incognite decisive: la disponibilità della Russia a fare concessioni e il nodo delle richieste massimaliste avanzate finora da Mosca. Tra queste, la sostituzione del presidente Volodymyr Zelensky, la demilitarizzazione dell’Ucraina e la cessione di territori che il Cremlino non controlla né è riuscito ad avvicinare, nonostante perdite ingenti per conquistare posizioni come Pokrovsk.

Il nodo delle garanzie e la deterrenza futura

Per Petraeus, un punto delicato riguarda ciò che potrebbe essere promesso all’Ucraina in cambio di eventuali concessioni territoriali. La domanda centrale resta quale tipo di garanzia “a prova di bomba” possa assicurare una reale deterrenza contro future aggressioni russe e prevedere conseguenze concrete per Mosca in caso di nuove violazioni.

Aiuti economici e sforzo industriale europeo

Nella seconda parte dell’intervista, il generale indica due serie di azioni che l’Occidente dovrebbe intraprendere. La prima riguarda l’uso dei 200-250 miliardi di dollari di riserve russe congelate nelle banche europee, impiegandole come collaterali per bond destinati a sostenere lo sforzo bellico e industriale di Kyiv. Il denaro, spiega, permetterebbe di potenziare difese cruciali come quelle contro i missili balistici e di raddoppiare la produzione di droni, oggi stimata in 3,5 milioni di unità l’anno.

Sanzioni e pressione sull’economia russa

La seconda linea d’azione, secondo Petraeus, riguarda un ulteriore inasprimento delle sanzioni. L’economia russa, osserva, è più fragile di quanto sembri, con un fondo per il welfare nazionale ormai quasi esaurito, dirottato verso la produzione militare. Il generale sottolinea l’importanza di colpire i paesi che forniscono componenti essenziali a Mosca, come chip, motori e magneti, in larga parte provenienti dalla Cina.

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Il ruolo dell’Europa e il dibattito sulle truppe

Interpellato sulla posizione della premier Giorgia Meloni, contraria all’invio di truppe in Ucraina, Petraeus afferma che una garanzia simile all’articolo 5 della Nato potrebbe funzionare solo se realmente vincolante. La presenza sul terreno, osserva, offre scarsa rassicurazione se non accompagnata da un adeguato sostegno in armamenti, munizioni e difesa missilistica, ritenuti strumenti più efficaci della semplice presenza militare simbolica.

Le previsioni sulle offensive russe

Infine, Petraeus commenta le dichiarazioni del Cremlino sulla possibile conquista dell’intero Donetsk. Il generale non crede a questa prospettiva: secondo la sua analisi, la Russia non si è avvicinata alla cintura fortificata e ha pagato perdite talmente alte che nemmeno lui, abituato a scrivere lettere di condoglianze ai soldati caduti, riesce a concepire pienamente il costo umano sostenuto.

Con le sue parole, Petraeus delinea un quadro complesso, carico di incognite e privo di facili soluzioni. La pace, come ricorda, non dipende solo dall’intenzione di fermare le armi, ma dalla capacità di costruire un equilibrio stabile, giusto e resistente, capace di evitare che la storia si ripeta tragicamente.

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