
La cronaca, a volte, diventa un passaggio obbligato dentro il dolore degli altri. Raccontarla significa restituire dignità a una vita spezzata troppo presto. È ciò che accade con la storia di Sofia Greguoldo, 22 anni, talento naturale per il disegno e per l’arte, una ragazza che aveva trasformato matite e fogli nell’estensione più sincera della propria interiorità. I suoi ritratti, condivisi su Instagram, sembrano vibrare, come se ogni tratto racchiudesse un respiro. Un istinto artistico che prometteva un futuro luminoso, costruito tra carboncini, busti, prospettive e progetti di interior design.
Una perdita improvvisa e inspiegabile
Sofia si è spenta all’improvviso la mattina del 21 novembre, senza una malattia, senza sintomi che potessero far pensare al peggio. Sana, senza patologie pregresse, ha lasciato una famiglia che cerca risposte e che, per ora, non le ha trovate. Sua madre, Pamela, in queste ore chiede solo una cosa: «raccontate il talento di mia figlia». Lo ripete con la voce che trema, ricordando una ragazza che eccelleva al liceo artistico Marco Polo di Venezia e che stava completando un percorso da interior designer. «Un’eccellenza», dice la madre, capace di muoversi con naturalezza tra arte e matematica. Sofia progettava il futuro: trovare presto un lavoro, rendersi indipendente, proseguire poi con gli studi universitari.

Il malore al risveglio e la corsa disperata
Quel giorno si era svegliata sentendosi poco bene, nulla che facesse immaginare la tragedia. Un malessere rapido, improvviso. Ha chiamato il padre, Fabio: «Vieni subito, ho bisogno di te». Capito che non c’era tempo da perdere, lui ha chiamato il 118. I sanitari sono arrivati mentre il cuore di Sofia aveva già ceduto. In ambulanza hanno provato a rianimarla: massaggi, manovre, tentativi estremi. L’ospedale dell’Angelo era vicino, ma non abbastanza. Sofia è morta durante il tragitto, senza poter rivedere la madre, il compagno Sebastiano, con cui avrebbe presto iniziato una nuova vita, né il fratello Francesco. Carpenedo e Mestre si sono fermate, incredule davanti alla scomparsa di una giovane donna senza patologie note. «Non ha mai avuto nulla – ripete Pamela – neppure da bambina. Mai medicinali, mai problemi. Solo, a volte, la pressione un po’ bassa».
L’autopsia e un dolore che non trova risposte
L’Ulss 3 ha disposto l’autopsia, indispensabile in un caso così improvviso. Il corpo è stato restituito alla famiglia e martedì, nella parrocchia di Santa Maria Goretti, c’è stato l’ultimo saluto. Le cause sono ancora un mistero: qualcuno ipotizza un’embolia, ma finché i risultati non saranno completi nessuna spiegazione può dirsi certa. Resta ciò che manca: una giovane donna dal talento raro, capace di trasformare l’interiorità in immagini, una figlia e un’amica che lascia un vuoto enorme. E resta soprattutto la richiesta della madre: «Dite quanto era talentuosa». Una memoria che merita di essere custodita.


