
Una vicenda dai contorni inquietanti continua a scuotere la comunità di Borgo Virgilio, nel Mantovano, dove un ex infermiere di 56 anni è finito al centro di un’indagine complessa dopo essersi presentato all’anagrafe comunale camuffato da donna anziana. Secondo la ricostruzione investigativa, l’uomo avrebbe indossato una parrucca, abiti femminili e un trucco marcato con l’obiettivo di far passare se stesso per la madre ottantacinquenne, trovata successivamente senza vita nella casa che condividevano.
Leggi anche: Roma, percepisce per 9 anni la pensione della madre morta
La scena, notata da una dipendente dell’ufficio anagrafe, ha subito insospettito gli addetti che, notando incongruenze evidenti, hanno richiesto l’intervento della polizia locale. Da quel momento la situazione ha assunto proporzioni ben più gravi, fino alla scoperta del corpo della madre, conservato in condizioni compatibili con una morte avvenuta anni prima.

Le indagini della Procura di Mantova
La Procura di Mantova ha aperto un fascicolo a carico del 56enne ipotizzando reati quali occultamento di cadavere, sostituzione di persona, truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. È stata inoltre disposta l’autopsia sul corpo della donna, identificata come Graziella Dall’Oglio. L’indagato ha scelto di non avvalersi di un consulente durante l’esame medico-legale, convinto che la morte della madre sia riconducibile a cause naturali e non a un evento violento o sospetto.
Il ritrovamento del corpo, in avanzato stato di mummificazione e riposto nella lavanderia della villetta, ha confermato un lungo periodo di conservazione. Le prime stime collocano il decesso a circa tre anni fa, ma la certezza potrà arrivare solo dagli accertamenti autoptici, ancora in corso.
La difesa e il racconto del legame familiare
A prendere la parola è stato il legale dell’uomo, l’avvocato Francesco Ferrari, che ha fornito la versione difensiva del suo assistito. Secondo quanto dichiarato, il 56enne non avrebbe agito per ottenere benefici economici o per continuare a percepire la pensione della madre, ma per un bisogno emotivo legato all’incapacità di accettarne la scomparsa. Una linea che delinea un profondo legame affettivo, al punto da spingerlo a mantenere la presenza della donna in casa e a simulare la sua identità pur di non separarsene.
La difesa sostiene che la condotta, pur gravissima sul piano giuridico, sarebbe stata motivata da un sentimento di protezione e da un rifiuto della perdita, non da un progetto fraudolento deliberato. L’uomo, attraverso il suo avvocato, si è detto disposto a restituire eventuali somme percepite senza legittimità, negando al contempo il coinvolgimento di terzi nella vicenda.

L’attesa per le decisioni della Procura
Nel frattempo, il 56enne ha lasciato la casa in cui viveva con la madre ed è stato trasferito in un albergo, in attesa delle determinazioni della Procura. Gli inquirenti stanno valutando gli elementi raccolti, tra cui il travestimento utilizzato all’anagrafe, la conservazione del corpo e i movimenti economici degli ultimi anni.
L’episodio ha sollevato inevitabili interrogativi all’interno della comunità locale, ancora scossa dalla scoperta del corpo mummificato e dal comportamento dell’ex infermiere. Resta ora centrale il lavoro degli investigatori, chiamati a chiarire la natura dei reati ipotizzati e a definire il quadro completo della vicenda, mentre la difesa insiste sulla dimensione personale e affettiva di una storia che continua a generare sgomento.


