
Ci sono momenti in cui la vita scorre con una normalità quasi automatica, fatta di impegni, creatività e corse quotidiane. Poi, all’improvviso, qualcosa si incrina. Un dolore insistente, un segnale ignorato, una preoccupazione che cresce di giorno in giorno. È così che l’esistenza può cambiare direzione senza preavviso, costringendo a fermarsi e a guardare in faccia la propria vulnerabilità. Ed è in quei frangenti che ogni certezza sembra dissolversi.
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Settimane di sofferenza e diagnosi incerte
Per Catena Fiorello, scrittrice e sorella di Rosario Fiorello, tutto è iniziato con coliche sempre più intense, che l’hanno spinta a rivolgersi a uno specialista convinta di ricevere una cura rapida. Invece, tra esami ripetuti e attese prolungate, i mesi passavano senza alcun miglioramento. Il dolore aumentava, la debolezza pure, finché un picco febbrile altissimo ha reso evidente la gravità della situazione. Nonostante le prescrizioni ricevute al telefono, la febbre non scendeva e la pressione crollava in modo allarmante.

La corsa contro il tempo
Proprio quando lo scenario è apparso più critico, un medico amico ha ipotizzato un possibile shock settico, spingendo la scrittrice a prendere una decisione drastica. Pur provata fisicamente, ha chiesto al compagno Paolo di accompagnarla fino a un ospedale del Salento dove sapeva di poter trovare uno specialista dell’addome. Un viaggio lungo e rischioso, intrapreso con la chiara consapevolezza che ogni minuto poteva essere decisivo.
Durante quelle ore in auto, Catena ha registrato un video destinato ai suoi familiari: Rosario, Beppe, Anna e la madre. Un messaggio da consegnare “nel caso peggiore”, nel quale spiegava con lucidità che la decisione di affrontare quel viaggio era stata solo sua e non del compagno, preoccupata che qualcuno potesse incolparlo se le cose fossero andate male. Un gesto che mostra quanto la paura si trasformi, nei momenti critici, in una forma estrema di protezione verso chi si ama.
L’arrivo in ospedale e il lungo intervento
Arrivata all’ospedale di Tricase, i medici hanno confermato la gravità della situazione: una sepsi dovuta a una colecistite ormai devastante richiedeva un intervento immediato. L’operazione, prevista come breve, si è invece protratta per oltre quattro ore a causa di complicazioni come una pancreatite e un nodulo incistato nel duodeno. Un’attesa interminabile per il compagno, convinto a un certo punto che il silenzio dei corridoi nascondesse la notizia peggiore.

Il racconto del dolore e la vicinanza della morte
Quando Catena Fiorello si è risvegliata dall’anestesia, ha scoperto che Paolo aveva risposto ai messaggi della famiglia fingendo di essere lei, per non far trasparire nulla durante una serata in cui tutti erano distratti dalla finale di Sanremo. La scrittrice ha ricordato come, in quei momenti sospesi, il dolore fosse talmente forte da cancellare ogni paura della morte: ciò che desiderava era solo la fine della sofferenza, qualunque forma avesse dovuto prendere.
Una riflessione sul valore delle cose semplici
Il mese di ricovero e i lunghi periodi di convalescenza successivi hanno lasciato spazio alle riflessioni. Eppure, spiega la scrittrice, non si sente cambiata del tutto. La consapevolezza della fragilità, e il pensiero della morte sempre vicina, erano già parte della sua visione del mondo. L’esperienza le ha però ricordato qualcosa di fondamentale: nei momenti davvero estremi non si desiderano ricchezze o successi, ma gesti semplici come abbracciare la madre o accarezzare il cane. Un ritorno all’essenziale che rende più chiara la bellezza della vita.


