
Nelle ultime ore, il tema della presunta leva obbligatoria è tornato al centro del dibattito politico italiano, diventando terreno di confronto e strumento di critica nei confronti del presidente del consiglio Giorgia Meloni. In risposta alle polemiche, il ministro della Difesa Guido Crosetto è intervenuto telefonicamente durante la trasmissione Realpolitik, condotta da Tommaso Labate su Retequattro, per fare chiarezza sul tema e commentare un recente sondaggio firmato da Alessandra Ghisleri.
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Il dibattito sulla leva obbligatoria ha suscitato preoccupazioni tra i cittadini, alimentando notizie e supposizioni che il ministro ha voluto subito smentire. Crosetto ha spiegato che la leva obbligatoria in Italia non è mai stata discussa come proposta concreta dall’esecutivo, sottolineando che la sua riflessione riguarda invece la possibilità di una leva volontaria aperta a giovani italiani interessati a dedicare un periodo della loro vita al servizio dello Stato.

Le parole del ministro della Difesa
Durante l’intervista, il ministro Guido Crosetto ha chiarito: “La leva obbligatoria in Italia nessuno la vuole e nessuno ne ha parlato. Anni fa è stata abolita la leva, quindi io qualche tempo fa ho iniziato a parlare della possibilità di portare in Parlamento un disegno di legge che preveda che si parli di leva volontaria, cioè di chiedere se c’è qualcuno in Italia, al di là di chi fa il militare per professione, che potrebbe dedicare un anno della sua vita, come succede in tantissime democrazie.”
Crosetto ha quindi ribadito che la preoccupazione di molti cittadini deriva da una disinformazione riguardo a un presunto obbligo: “Si stanno allarmando le persone parlando di una leva obbligatoria che nessuno vuole mettere,” ha affermato il ministro, invitando a distinguere tra leva volontaria e servizio obbligatorio, concetti diversi sia sul piano giuridico sia su quello pratico.
I dati del sondaggio Ghisleri
Il sondaggio condotto da Alessandra Ghisleri ha mostrato come il tema della leva militare sia percepito con diffidenza dagli italiani. Secondo la rilevazione, circa il 70% degli italiani non sarebbe favorevole a intraprendere un percorso di leva obbligatoria, mentre solo il 20% si è dichiarato disponibile a valutare questa possibilità.
I dati evidenziano un forte scetticismo nei confronti dell’ipotesi di un ritorno alla leva forzata, confermando la percezione pubblica secondo cui il servizio militare dovrebbe restare volontario e limitato a chi desidera effettivamente contribuire alle Forze Armate e al servizio dello Stato.
La proposta di leva volontaria
Il ministro Crosetto ha precisato che l’obiettivo della sua proposta riguarda esclusivamente un servizio a vantaggio dello Stato, da svolgere a supporto delle Forze Armate, senza alcuna implicazione bellica: “Io pongo il tema della possibilità di una leva volontaria, che può essere fatta in molti modi e che non ha nulla a che fare con la preparazione di una guerra e con l’idea di entrare in guerra.”
Si tratta quindi di un percorso educativo e civico, pensato per rafforzare l’impegno dei giovani nei confronti della comunità, promuovendo cultura della difesa, formazione e responsabilità civile, senza obblighi coercitivi.

Reazioni politiche e sociali
L’intervento del ministro Crosetto ha subito suscitato reazioni nel panorama politico e mediatico. La posizione ufficiale del governo ribadisce che la leva obbligatoria non è prevista, mentre la riflessione sulla leva volontaria mira a stimolare un dibattito su come avvicinare i giovani al servizio civico e alla difesa nazionale.
Critici e opposizione hanno comunque interpretato il tema come un possibile ritorno a una pratica storica ormai superata, mentre il governo insiste sulla distinzione tra obbligo e volontarietà, sottolineando la trasparenza e la natura educativa del progetto.
Conclusioni
Il tema della leva militare rimane quindi al centro dell’agenda politica, ma le dichiarazioni del ministro della Difesa hanno chiarito i punti essenziali: nessuna leva obbligatoria, possibilità di un servizio volontario a vantaggio dello Stato e delle Forze Armate, e attenzione a non creare allarmi nella popolazione. La questione continuerà a essere monitorata dai media e dall’opinione pubblica, soprattutto alla luce del dibattito sui valori civici, la partecipazione giovanile e il ruolo dello Stato nel promuovere la cultura della difesa e del servizio civile.


