
Una bambina di otto mesi, appartenente a una famiglia sfollata nella Striscia di Gaza, è morta di freddo durante la notte all’interno di una tenda allagata, mentre sull’enclave continuano a imperversare condizioni meteorologiche estremamente avverse. La notizia è stata riportata dall’emittente panaraba Al Jazeera, che ha raccolto anche la testimonianza straziante della madre.
La donna ha raccontato di non essere riuscita a proteggere la piccola dal gelo, nonostante ogni tentativo. «Continuava a piovere e il freddo peggiorava. All’improvviso ho trovato la mia piccola immobile, morta», ha dichiarato, descrivendo ore di angoscia e impotenza vissute all’interno della tenda ormai sommersa dall’acqua.

La famiglia si trovava a Khan Younis, nel sud della Striscia, una delle zone maggiormente colpite dai recenti bombardamenti israeliani, secondo quanto riferito sempre da Al Jazeera. L’area ospita migliaia di sfollati costretti a vivere in condizioni estremamente precarie in seguito ai continui spostamenti imposti dal conflitto.
La madre della neonata ha aggiunto ulteriori dettagli, spiegando di aver cercato di riscaldarla con i mezzi limitati a disposizione. «L’ho allattata e l’ho messa a dormire, coprendola meglio che potevo. Ma pioveva, faceva terribilmente freddo e avevo ben poco per tenerla al caldo», ha raccontato, ricordando il momento in cui si è accorta che la bambina non respirava più.
Nel frattempo, le piogge torrenziali portate dalla tempesta Byron hanno aggravato in modo significativo la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, provocando l’allagamento di numerosi campi profughi. Secondo i media palestinesi, le precipitazioni e i venti forti hanno causato anche il crollo di almeno tre edifici già danneggiati dalla guerra, soprattutto nella zona di Gaza City.
L’agenzia palestinese Wafa riferisce che nelle ultime 12 ore le squadre di protezione civile hanno effettuato almeno 32 operazioni di soccorso, intervenendo per l’allagamento di 17 tende, evacuando 14 persone e pompando l’acqua da diverse aree sommerse. Gli sfollati, molti dei quali bambini e anziani, restano particolarmente vulnerabili alle condizioni meteorologiche estreme.

Parallelamente agli effetti della tempesta, nelle ultime ore si sarebbero registrati nuovi attacchi israeliani nella Striscia. La Mezzaluna Rossa palestinese ha riferito che un raid avrebbe colpito il campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, provocando la morte di una donna e il ferimento di altre persone, aggravando ulteriormente una situazione già drammatica.
L’attacco avrebbe interessato l’area dell’ospedale al Yaman al Saeed, che secondo Al Jazeera si trova sul lato controllato da Hamas della linea del cessate il fuoco. Il movimento islamista palestinese sostiene che, dall’entrata in vigore della tregua l’11 ottobre, almeno 384 persone sarebbero state uccise da operazioni militari israeliane.
Il quadro complessivo evidenzia una situazione umanitaria in rapido deterioramento, in cui il combinarsi di maltempo, condizioni di sfollamento e nuove operazioni militari sta producendo conseguenze devastanti sulla popolazione civile. La morte della bambina diventa così il simbolo di una crisi che continua a colpire in modo tragico i più vulnerabili.


