Tra le polemiche dell’opposizione e le accuse al Premier Conte di essere in conflitto di interessi, ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il provvedimento che prevede il salvataggio di Banca Carige, istituto di credito genovese in crisi da diversi anni.
Quanto ci costerà il salvataggio di Banca Carige
Il provvedimento firmato dal Presidente della Repubblica che oggi arriverà alla Camera prevede lo stanziamento di un fondo di 1,3 miliardi, una parte di questo fondo equivalente a 1 miliardo verrà usato dallo Stato per sottoscrivere le azioni dell’istituto bancario ligure, in modo quindi che il patrimonio della banca risulti “garantito” dallo Stato.
Gli altri 300 milioni del fondo saranno destinati a coprire il fabbisogno di liquidità in situazioni d’emergenza e, come riportato Tgcom24, fonti governative hanno specificato che questi soldi potranno essere usati dalla Banca anche “per le garanzie concesse dallo Stato sulle passività di nuova emissione“. Inoltre, come garanzia sui bond, il governo ha previsto 3 miliardi che però rappresentano il valore nominale dei bond stessi, per cui non una cifra reale ma una cifra che rappresenta il valore potenziale dei bond, per i quali è stata effettivamente destinata la somma reale di 300 milioni.
Le polemiche sul salvataggio di Banca Carige
Con i manager condannati per truffa, Banca Carige soffre di una crisi decennale. Attualmente, dal 2 gennaio, si trova commissariata dalla vigilanza bancaria europea.
Ciò ha reso necessario un immediato intervento delle forze di governo, tra le quali anche il M5S che aveva criticato aspramente il governo Gentiloni per il decreto salvabanche e in generale per aver intrapreso azioni politiche con queste finalità. Come riporta Il Sole 24 ore tuttavia è emerso che il provvedimento firmato ieri per salvare Banca Carige non solo ricalca le linee guida di quello del governo Gentiloni ma ne sembra letteralmente la copia.
Questo fatto non stupisce di per sè perchè le regole per attuare il salvataggio delle banche sono quelle e quindi per facilitare in qualche modo la stesura di un provvedimento che le rispettasse, si può anche far passare il fatto che il decreto sembri una fotocopia del precedente. Tuttavia, il fatto stupisce soprattutto perchè, come riporta Il Sole 24 ore, la bozza è datata “novembre”.