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Il Balôn e il Barattolo si separano: petizioni e polemiche per non trasferire il suk

Pubblicato: 16/01/2019 14:30

Mormoreggia Borgo Dora dopo il provvedimento della Giunta Comunale di Torino che ha deciso, il 27 dicembre scorso, di recidere il Barattolo, l’area dedicata al libero scambio della merce facente parte del più ampio Balôn. Il trasloco del suk in Via Carcano divide l’opinione pubblica tra chi sostiene la scissione al fine di salvaguardare il peculiare mercato dall’abusivismo e l’illegalità, e chi invece non sposa un così drastico provvedimento che danneggia l’anima del Balôn, un mercato che a Torino è tradizione ed istituzione.

Balôn, eziologia di una tradizione

C’è un labilissimo confine tra tradizione e modernità, una frontiera presidiata dal popolo, da chi vive immerso nel costume la propria quotidianità. Varcare la soglia di Torino e dire “balôn”, ad esempio, significa tuffarsi nel folclore piemontese, intingere la penna in un calamaio di memorie, contemplare una tacita istituzione. In altri termini parleremmo di semplice “mercato delle pulci” ma a Torino, il Balôn, è molto di più. Il Balôn nella ex capitale del Ducato di Savoia è mos maiorum, un luogo di scambio nato a metà degli anni ’50 del 1800 ed evolutosi in un vero e proprio mercato del “di tutto e di più”, un porto franco all’interno del quale gli oggetti viaggiano insieme al loro passato, congiunti alla memoria di chi già li ha posseduti. Un mercà di pui, per dirlo in piemontese, territorio adibito a barattare esperienze, nazionalità e infine, più concretamente, oggetti. “Una tale confusione di cose e d’avanzi di cose da far impazzire il disgraziato che ne dovesse far l’inventario” scriveva Edmondo De Amicis e mai ci fu più realistica descrizione del famosissimo mercato torinese oggi conosciuto anche a livello europeo.

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Uno scorcio di Canale Molassi, nel cuore di Borgo Dora e tra i principali snodi del tradizionale Balôn @riproduzioneprivata

C’è del fermento tuttavia in Borgo Dora, il rione storico che dal 1857 ospita il semplice Balôn del sabato e che dal 1985 ospita, ogni seconda domenica del mese, ha fatto spazio anche al Gran Balôn. Ripercorrendo a ritroso la storia, le origini possono definirsi più che umili: se per tutti oggi il Balôn è un mercato delle pulci rinomato per la peculiarità, la ricercatezza e l’unicità dei pezzi che si possono ivi acquistare, attirando l’attenzione di antiquari, appassionati d’arte e collezionisti, un tempo questo stesso mercato rappresentava la soluzione immediata e tout court alla povertà. Basterebbe tornare indietro a non più di due/tre generazioni, quelle dei nonni. All’inizio del Novecento, periodo dilaniato dai conflitti mondiali e da una povertà pressapoco assoluta, poter contare sul baratto, lo scambio e il riuso era fondamentale se non necessario per sopravvivere. È nato dunque così il mercatino piemontese, da qualche lenzuolo steso a terra e cianfrusaglie di casa riposte al di sopra, oggetti di cui non si aveva necessità in famiglia, ereditati, trovati e che, venduti per poche lire, avrebbero potuto rappresentare una minima fonte di guadagno. Un’origine che si discosta dall’immagine che comunemente si ha oggi del rinomato mercato che sebbene abbia mantenuto l’anima del “libero scambio” ha sicuramente mutato i connotati facendosi, via via, sempre meno necessario e più accessorio.

La doppia anima del Balôn

Chi vive il Balôn da frequentatore, così come chi lo vive da commerciante o da semplice residente in zona, ne conosce le straordinarie potenzialità tanto quanto ne conosce le imperfezioni. Ha fomentato non poche polemiche, come dicevamo, il provvedimento della Giunta Comunale che il 27 dicembre scorso ha deciso definitivamente di far traslocare il Barattolo, riprendendo una delibera già esposta il 6 aprile del 2017. Sulla spinta dell’Associazione Commercianti Balôn e di alcuni Comitati di Porta Palazzo, la Giunta ha deciso di trasferire lontano un ramo del rinomato mercato. Il Balôn non si sposterà, questo è chiaro, ma a traslocare sarà solamente una sua appendice, per l’appunto il Barattolo. Nel corso degli anni infatti, dall’umile comune origine, il Balôn si è evoluto bipolarmente, facendo convivere due anime al suo interno: un mercato per collezionisti e amanti dell’antiquariato da una parte; un mercato di fortuna e libero scambio dall’altro. Al lampadario di cristallo del ‘700 destinato a pochi a facoltosi clienti si contrappone la lampada in ferro, scheggiata e usurata dal tempo, che pur non saziando la vista adempie al compito di far luce venduta per pochissimi euro. Da un lato commercianti e artigiani di mestiere, dall’altro lato venditori occasionali e non, per la legge operatori privi di licenza a cui basta ancora oggi un lenzuolo e “di tutto un po‘” da poter esporre e vendere alla rinfusa.

 

 

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L’amore è quella cosa che non importa se gli oggetti delle bancarelle sono di seconda mano perché quella che conta la stai già stringendo.

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Il Barattolo lascia Canale Molassi e San Pietro in Vincoli

Due anime, lo si evince chiaramente, tra le quali si è acuita la frattura divenuta ora scissione per l’intervento della Giunta Comunale. Il Balôn e il Barattolo, dopo più di 40 anni di naturale convivenza, si separano tra felicità e scontento di commercianti e frequentatori. Per molti il suk, ovvero il mercato di libero scambio che riprende e ricalca la natura più antica del mercato stesso, non ha più ragione di esistere in Borgo Dora ove, a detta di molti, penalizza uno dei mercati più belli d’Italia. Il motivo lo si deduce ad esempio dalle parole di Tecla con la quale abbiamo scambiato qualche parola al Caffè Molassi: “Hanno lasciato entrare troppo, di tutto, anche l’immondizia. Questo non è il Balôn, non è più il mercato storico”.

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Uno scatto al suk di Torino, il mercato del libero scambio che da sabato 19 gennaio si trasferirà in Via Carcano. Fotografia/Il Corriere della Sera

Un mercato di libero scambio, regolamentato dall’associazione Vivi Balon in condivisione con il Settore Commercio e la Polizia Municipale, sfociato talvolta nell’abusivismo e che, nel suo esistere, ha perduto il senso lasciando spazio ad un mercato che, a detta di molti, non ospiterebbe più merce di “casa propria” ma merce per lo più rubata o proveniente dai cassoni dell’immondizia.Dovrebbero venire a fotografare il mercato alle 18, quando se ne vanno, per farvi vedere quello che lasciano – chiosa Elvira, commerciante di Borgo Dora – La roba che trovano nell’immondizia la portano al mercato e quando finiscono la lasciano lì, proprio perché è immondizia. Poi arrivano altri che prendono a loro volta l’immondizia lasciata da altri e la rivendono di nuovo”. Un pensiero, questo, confermato da molti altri commercianti che non possono negare la poca sorveglianza del mercato di libero scambio – il suk, ricalcando il termine arabo suq, luogo per scambio di merce – così come non possono negare le sue influenze negative. “Non pagando alcuna tassa per il banco, possono permettersi dei prezzi molto bassi e competitivi, prezzi che ovviamente i commercianti regolari non possono avere” chiosano molti operatori del settore sebbene, come si legge nel Regolamento per la Gestione dell’Attività di Scambio e Vendita Occasionale di Oggetti Usati: “Gli operatori ammessi a partecipare alla manifestazione sono tenuti a corrispondere un contributo a copertura dei costi di gestione, della tassa giornaliera per la raccolta dei rifiuti e degli eventuali costi relativi al canone di occupazione suolo pubblico o a canoni patrimoniali e ad eventuali costi aggiuntivi per la pulizia dell’area“.

 

Il trasferimento che non cura ma nasconde?

Tuttavia, pur trovandosi tutti molto d’accordo sulla necessità di controllare maggiormente il suk, in molti non sposano pienamente l’idea di trasferire il mercato di libero scambio lontano dal Balôn. Come si legge nel comunicato pubblicato dalla Giunta Comunale di Torino, il provvedimento parla di trasloco del Barattolo in un altro sito più periferico e circoscritto, recentemente riqualificato, a più di 3 km di distanza. Da Borgo Dora infatti, la Giunta Comunale ha deciso di spostare il Barattolo in Via Giulio Carcano, dove già ogni domenica si organizza un suk, dirimpetto al Parco della Colletta, zona molto meno frequentata rispetto alla centralità del Borgo, a meno di 20 passi da Piazza della Repubblica ove si svolge l’ancor più conosciuto mercato di Porta Palazzo.

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Il Balon di Torino, il mercato delle pulci a pochissimi passi da Piazza della Repubblica che ospita il mercato di Porta Palazzo. @riproduzioneprivata

La Giunta Comunale ha dalla sua parte le stime : “Dal mese di gennaio al mese di agosto 2018 la media giornaliera dei partecipanti è di 367 presenze a Canale Molassi e 317 in via Carcano – si legge nel comunicato della Giunta – L’attività su via Carcano ha permesso di passare dalle 24 tonnellate mensili di rifiuti non differenziati nel 2016 (su Via Monteverdi) a 8,5 tonnellate mensili nel 2018, con un decremento percentuale di circa il 75%, e con un recupero dell’invenduto che ha permesso di differenziare ogni mese 6 tonnellate di materiale tessile, 2 tonnellate di carta e cartone, e 750 libri riutilizzati attraverso il progetto Vivi Librun”.

La mobilitazione per salvare il Balôn di tutti

A Palazzo di Città non hanno dubbi che il provvedimento possa rappresentare solamente un miglioramento per il Balôn e l’area di Porta Palazzo, un intervento di riqualificazione commerciale e turistica. Pur sposando l’idea della “bonifica” mercantile, per molti il trasloco non risulta essere però la migliore delle soluzioni possibili. A pensarla così è ad esempio Maurizio, perno della Gelateria Popolare, le cui parole riassumono un sentimento condiviso da molti commercianti della zona: “Si perde un po’ l’anima. Andava migliorato, salvaguardato da brutte situazioni che si sono create ma non ha senso spostarlo. Togliere un pezzo di Balon non è a favore del Balôn”.

 

 

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I nostri ricordi d’estate.

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Una petizione contro il trasferimento

In molti convengono che la decisione di portare il Barattolo lontano si equivalga solamente a nascondere una realtà senza migliorarla, confinandola. Il provvedimento della Giunta avrà tuttavia sua immediata attuazione a partire da sabato 19 gennaio, primo giorno del Barattolo nella sua nuova collocazione in Via Carcano ma continua la protesta in Borgo Dora. Su Facebook continua a raccogliere consensi l’evento Sì al Balôn per tutti, organizzato dalle pagine Comitato Oltredora e da Balonliberoscambio. Una mobilitazione che ha già fatto sentire la sua voce, nelle settimane precedenti, ai piedi del Comune e che sabato si è data appuntamento nuovamente, in Borgo Dora. Contro il provvedimento della Giunta Comunale è attiva, sempre online, anche una petizione lanciata sul sito change.org: Salviamo il BALÔN. NO allo spostamento del mercato del libero scambio. “Per chi ama il Balôn. Per chi crede che la città sia un diritto di tutti. Per chi è orgoglioso di una comunità che include, e non espelle, le sue fragilità. Per chi crede nell’importanza del RIUSO” cita il testo della petizione che si è posta come obiettivo 1.500 firme e che, in pochissimi giorni, ne ha già raccolte quasi 1.200.