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30enne scomparso in Burkina Faso, il padre: “Rapito per fini politici o economici”

Pubblicato: 19/01/2019 14:01

Erano le 23 e 57 del 15 dicembre quando, per l’ultima volta, Nunzio Tacchetto è riuscito a mettersi in contatto con suo figlio Luca. Il giovane, un 30enne di Padova, era partito alla volta dell’Africa il 20 novembre scorso insieme ad un’amica, la canadese Edith Blais. Dei due però, che sarebbero dovuti arrivare intorno al 20 dicembre a Togo, non si hanno più tracce. A distanza di un mese dalla scomparsa, il padre di Tacchetto cerca di mantenere il massimo riserbo sulle indagini pur svelando l’ipotesi del rapimento.

Luca Tacchetto e Edith Blais, da un mese non si hanno notizie

Non si sa che fine abbiano fatto Luca Tacchetto e Edith Blais, i due giovani amici che da oltre un mese risultano scomparsi in Africa. Il loro doveva essere un lungo viaggio per tappe nel continente africano, un’avventura vissuta a bordo della loro auto passando per la Francia, la Spagna, il Marocco, la Mauritania e poi il Mali con destinazione Burkina Faso. Proprio quando avrebbero dovuto raggiungere degli amici a Togo, di loro si sono perse le tracce. Il padre di Luca, Nunzio Tacchetto, avrebbe preferito che la stampa non venisse a conoscenza del fatto per cercare di mantenere il massimo riserbo sulla vicenda ma le informazioni sono trapelate.

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Luca Tacchetto e Edith Blais, i due poco più che 30enni scomparsi in Burkina Faso lo scorso 15 dicembre. Foto/Facebook Edith Blais

L’ipotesi del rapimento

Oggi, a distanza di un mese dalla scomparsa e dall’inizio delle indagini, sempre Nunzio Tacchetto torna a sottolineare l’importanza che ha mantenere il riserbo lasciando liberi di lavorare i servizi segreti e la Farnesina, sul caso fin dal primo momento. Tuttavia si è in trepidazione di sapere cosa possa essere successo ai due giovani amici, sperando di avere presto buone notizie che ad oggi ancora tardano ad arrivare. “O è stato rapito – si interroga il padre di Tacchetto – O inghiottito da un gorgo dove non si trova più niente“. Brancolando nel buio non si può che ipotizzare che Luca Tacchetto sia vivo e forse in mano a dei rapitori: “Rapito per fini politici o economici – aggiunge il padre –  Secondo noi non da jihadisti, da gente che fa terrorismo“. Poi l’appello: “Se lasciamo indagare chi di mestiere fa questo e lo fa bene, troveremo una soluzione“.

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