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Marco Vannini, ira dopo la sentenza d’appello: “Una pugnalata alle spalle”

Pubblicato: 30/01/2019 21:59

Non c’è pace per i genitori di Marco Vannini, irati contro la sentenza d’appello emessa nei confronti di Antonio Ciontoli. La Corte d’appello ha così deciso infatti di diminuire a 5 anni – dagli iniziali 12 – la pena per Ciontoli, derubricando l’accusa di omicidio volontario a quella di omicidio colposo. Esplode di rabbia la famiglia, inveisce contro lo Stato Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri, e ora interviene anche il legale della famiglia: “È stato assassinato di nuovo“.

Marco Vannini: la sentenza d’appello diminuisce la pena di Ciontoli

Non si può parlare di dolore all’indomani di una sentenza che derubrica un omicidio e che diminuisce la pena di un omicida, ma di ingiustizia. Questa parola, da ieri, continua ad ossessionare amici, parenti, legali e anche solamente le persone vicine all’omicidio di Marco Vannini, il giovane ferito a morte il 18 maggio del 2015 da un colpo d’arma da fuoco esploso dalla pistola di Ciontoli, morto in agonia durante il trasporto in ospedale. “Da sindaco mi sento di dire che oggi provo un senso di vergogna nell’indossare la fascia tricolore in rappresentanza di uno Stato che non tutela i cittadini e che lascia impuniti gli assassini di Marco” è tuonato Pascucci, sindaco di Cerveteri, comune della vittima e della sua famiglia.

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La famiglia Ciontoli, Viola Giorgini e Marco Vannini

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Lo sgomento di famiglia e legali di Vannini

Si continua a discutere sulla sentenza, per molti assolutamente ingiusta. “Ho avuto modo di parlare con i genitori di Marco – ha raccontato Celestino Gnazi, legale di Vannini – Per loro, ieri il figlio è stato assassinato di nuovo. Si sentono di avere subìto un’ingiustizia“. Una rabbia che si percepisce ancor più dalle parole rilasciate dalla madre stessa del giovane: “Mi aspettavo che venisse confermato quello che già era stato detto in primo grado – ha dichiarato Marina Conte, mamma di Marco Vannini –  Speravo che anche il resto della famiglia fosse rimesso in ballo. Invece quando sono entrati i giudici che hanno letto la sentenza praticamente ad Antonio Ciontoli, che era stato condannato a 14 anni, gliene hanno dati 5 quindi hanno riconosciuto l’omicidio colposo pure a lui, è stata una pugnalata alle spalle“.

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Marco Vannini, morto nel 2015, e Antonio Ciontoli, condannato a 5 anni di carcere per omicidio colposo

 

Un grido di dolore inascoltato e che ormai non potrà cambiare più la sentenza: “La vita di mio figlio vale 5 anni? Una cosa vergognosa, secondo me la legge non esiste più – continua Marina Conte, incredula e sofferente – Siamo arrivati ad ottenere questo tipo di imputazione per loro perché Marco è vissuto quattro ore dopo lo sparo. Ci sono delle perizie che dimostrano che mio figlio si poteva salvare, mentre ora è come se Marco fosse morto sul colpo per loro quindi, è inaccettabile questa sentenza“.