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Omicidio Regeni, il premier Conte: “È una ferita ancora aperta”

Pubblicato: 25/02/2019 12:40

Sono stati molti i temi toccati stamattina a Sharm El Sheikh, in Egitto, durante il summit tra Lega Araba e Paesi dell’UE, tra questi c’è anche l’omicidio del ricercatore italiano 26enne Giulio Regeni. Le indagini sul rapimento, la tortura e l’uccisione del giovane procedono a singhiozzo, nonostante si gridi a gran voce “Verità per Giulio Regeni” in tutta Italia, e non solo. Sulla sua barbara uccisione non è mai stata fatta luce.

Le parole del Premier sull’omicidio Regeni

Il Premier Giuseppe Conte ha dichiarato a proposito dello “stallo giudiziario” sul caso Regeni – come l’ha definito il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fiore – che nonostante il summit preveda molti incontri con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisitroveremo un modo di confrontarci e trasmetterò le premure del governo italiano e dell’Italia“.

Conte su Regeni: una ferita aperta
Abdel Fattah Al Sisi

Un cadavere sfigurato dalle torture e ritrovato nei pressi de Il Cairo il 3 febbraio del 2016 su cui non è mai stata fatta luce, tra depistaggi e “finte verità“, come le ha definite Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni. Rispondendo ad una domanda dei cronisti a margine del vertice, il Premier Conte si è così espresso sull’omicidio Regeni: “È una ferita ancora aperta finché il caso non si risolverà“.

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La Libia: il tema caldo per l’Italia

Oltre all’omicidio Regeni, che comunque non pare essere entrato nell’agenda dei temi caldi del vertice visto che sarebbe ancora da stabilire quando il leader italiano e quello egiziano si incontreranno, il Premier Conte ha parlato della situazione instabile della Libia.

Regeni: le parole del premier Conte
Giulio Regeni

A proposito della situazione politica della Libia, il Premier Conte si è così espresso: “Tengo molto alla situazione della Libia e una costante attenzione è volta anche a prevenire un’escalation di violenza o un conflitto civile, riteniamo che la soluzione non possa che passare dal dialogo, bisogna trovare un compromesso, una Conferenza internazionale sotto l’egida dell’Onu sarebbe un momento di sintesi in cui tutti gli interlocutori libici potranno esprimere le loro posizioni verso una soluzione più immediata possibile“.

Proprio per avviare un dialogo costruttivo in vista delle elezioni previste per il 2019 sta lavorando l’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamè, che come riferito da Adnkronos avrebbe organizzato un incontro tra Serraj e Haftar nei prossimi giorni. Il Paese è caratterizzato da una forte instabilità politica, è infatti scisso in varie zone di influenza: ci sono 2 leader forti, Fayez Serraj (a capo del governo patrocinato dall’Onu) e il generale Khalifa Haftar, il capo del governo di Tobruk, e i miliziani di Misurata, sotto l’influenza di Serraj e contrari ad un accordo tra i due leader. Per l’Italia, la situazione libica rappresenta un tema strategico considerati gli accordi sul fronte migranti, lì detenuti in quelle carceri così disumane da esser passate alle cronache con la definizione di “lager libici”, e costretti a pagare i miliziani di Misurata che, chiedono denaro alle loro famiglie da quando mettono piede sul suolo libico fino a quando non si imbarcano per arrivare in Europa.

Credits immagine in alto: Instagram Giuseppe Conte

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2019 11:27