Vai al contenuto

Aida Yespica e Patrizia Bonetti raccontano l’aggressione: “Sono scioccata”

Pubblicato: 03/03/2019 18:37

Aida Yespica e Patrizia Bonetti hanno vissuto una brutta avventura mentre andavano al cinema. Due donne avrebbero aggredito le showgirl, tanto da strappare ciuffi di capelli a Patrizia Bonetti, molto scossa dalla vicenda. Insulti poi l’aggressione fisica: spinte e percosse con i caschi, secondo quanto racconta l’ex gieffina, che è stata portata in ospedale. Tutto è stato ripreso in un video dalla Yespica e poi consegnato ai Carabinieri per la denuncia.

Patrizia Bonetti aggredita: “Nessuno ha fatto nulla”

È ancora molto scossa Patrizia Bonetti, mentre racconta dell’aggressione subita. La showgirl dovrà attendere sei mesi prima che i capelli che le sono stati strappati a ciocche dai bulbi ricrescano. “Questa cosa mi ha lasciato scioccata perché non credo sia giustificata. Tu vai al cinema con la tua migliore amica, sei in fila, e cominciano a insultarti e poi aggredirti“, dichiara a Domenica Live Bonetti.

bonetti

L’ex gieffina spiega che dopo questo episodio è molto più insicura: “Hai paura di uscire, non sono più solo gli uomini ad aggredirci, adesso cominciamo anche tra noi donne“. Di fronte al pestaggio, nessuno dei presenti avrebbe fatto nulla: “C’erano 5 uomini che erano lì che guardavano e nessuno ha fatto nulla“, continua scossa Bonetti. Anche Aida Yespica conferma quanto detto dall’amica: “C’era tanta altra gente e nessuno ha aiutato a separarle“.

La decisione di perdonare

La showgirl descrive le donne sulla quarantina: “Potevano essere mia madre“, racconta, “Mi hanno detto che avevo il sedere finto come la mia borsa. Dava fastidio la mia presenza davanti loro in fila, credo“. Bonetti è ancora incredula per quanto accaduto: “Oggi la violenza attira le persone“. In ogni caso la showgirl ha deciso di andare oltre: “Voglio dire che nonostante tutto le perdono perché non sono come loro. Il trauma psicologico è molto più grande di quello fisico e le perdono per dire loro di non odiare così a prescindere le persone“.

aida yespica