È dalle parole di Vincenzo Marino, teste chiave del processo a Oseghale, che forse abbiamo la prima vera ricostruzione dell’omicidio di Pamela.
Marino, che ha avuto forti tentennamenti rispetto alla possibilità di testimoniare a questo processo (la moglie ha riferito che l’uomo ha ricevuto delle minacce). Eppure, oggi ha portato in aula la sua versione dei fatti, che fa paura: Oseghale infatti non risparmiò dettagli nel raccontare come avrebbe ucciso Pamela Mastropietro.
Oseghale, in carcere, pare venisse chiamato “macellaio” e non ci sono molti dubbi sul perché: sembra sia stato lui stesso, con i suoi racconti, a costruire la sua reputazione dietro le sbarre. Tutto sarebbe cominciato con una passeggiata fino al parco, per procurare una dose e incontrare Desmond Lucky: “Sono andati a comprare una siringa e sono andati a casa, Oseghale, Desmond Lucky, la ragazza per consumare un rapporto a tre. Desmond Lucky e Oseghale volevano stare con la ragazza”. i piani dei due nigeriani erano poi saltati perché Pamela si era opposta: “Mi raccontò che la ragazza si era fatta di roba, Desmond si avvicinò per approcciarla e la ragazza lo respinse, Desmond Lucky gli diede uno schiaffo e la ragazza cadde a terra e svenne. Poi Desmond Lucky se ne andò”.
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La violenza è cominciata quando Desmond Lucky se n’è andata: “Desmond Lucky se ne andò, Oseghale tentò di rianimarla con acqua sulla faccia per farla riprendere, lei si riprese. Oseghale l’ha spogliata, era sveglia con gli occhi girati all’insù” e avrebbero avuto un “rapporto sessuale completo”.
A quel punto, Pamela avrebbe cercato di fuggire e Oseghale gliel’avrebbe impedito nel più estremo dei modi: “Ragazza voleva andare via a casa a Roma perché aveva il treno, disse che se no l’avrebbe denunciato. Ebbero una colluttazione, si sono spinti, Oseghale le diede una coltellata all’altezza del fegato e dopo una prima coltellata Pamela cadde a terra”.

Dopo un breve momento in cui, secondo il racconto di Marino, Oseghale sarebbe uscito di casa, sarebbe avvenuto lo squartamento. Particolare agghiacciante: Pamela era più che viva mentre il suo carnefice ha cominciato ad accanirsi sul suo corpo: “Tornò a casa, convinto che la ragazza fosse morta e la squartò iniziando dal piede. La ragazza iniziò a muoversi e lamentarsi e gli diede una seconda coltellata”.
Infine, il tentativo di mascherare le cause della morte: “L’aveva lavata con la varechina perché così non si sarebbe saputo se era morta di overdose o assassinata”. Secondo Marino, Oseghale non avrebbe mai fatto il nome di altri complici.
