Già nel corso della precedente udienza, era emerso che subito dopo la morte di Stefano Cucchi l’Arma di carabinieri era entrata in possesso di una relazione medico-legale inedita e segreta, che dichiarava che non c’era modo in quel momento di definire con certezza le cause del processo.
Nel momento in cui l’Arma entrava in possesso di quella relazione, allo stesso tempo, a livello mediatico diffondeva una notizia ben diversa, ovvero che non ci fosse nesso alcuno tra le fratture ritrovate sul corpo di Stefano e la sua morte. Siano alla fine di ottobre 2009: solo alcuni mesi dopo i periti si sarebbero sbilanciati in una prima, vera relazione medico-legale.

Una relazione fantasma
Nessuno, finora, ha mai saputo di questa primissima relazione medico-legale, scritta dal dottor Dino Mario Tancredi. Per i vertici dell’Arma, quella relazione al tempo è sicuramente esplosa tra le mani: cercavano certezze scagionanti, invece nella relazione non si davano risposte. C’era bisogno di una risposta alle accuse dei Cucchi, e quella risposta doveva arrivare subito.
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Nel momento in cui era arrivata la relazione e si era scoperto che non dava le risposte desiderate, si era deciso di cambiare le carte in tavola: nelle relazioni dell’Arma fu scritto che non ‘era connessione tra le ferite e la morte, che due fratture erano antecedenti all’arresto.
Tutto ciò, negli anni e grazie a diverse analisi, si è scoperto essere falso. Il pm Musarò ha infatti detto in udienza: “Se il medico nel 2009 non poteva sapere il motivo della morte di Cucchi, allora come è possibile che i carabinieri già lo sapessero? (…) I legali di Cucchi nel 2009 avrebbero fatto richiesta invano di quel documento. Il dottor Tancredi in quella relazione preliminare spiegò che c’erano due fratture e non fratture precedenti alla morte Inoltre non faceva riferimento ad alcuna responsabilità dei medici e al fatto che Stefano Cucchi era morto per una serie di cause ancora da accertare”.

Tancredi: “Operazioni iniziarono il 9 novembre 2009”
È stato sentito in aula come testimone anche il dottor Tancredi, che dice: “Non so dirvi per quale ragione la predetta relazione preliminare non fu messa a disposizione delle altre parti fin dall’inizio delle operazioni”. Sulle analisi effettuate, ricorda: “Per pervenire a delle conclusioni (…) io successivamente fui affiancato da una serie di specialisti. Scrivere la relazione in 5 mesi non fu facile perché c’erano tantissimi aspetti da valutare e una enorme mole di documenti. Le operazioni per la consulenza collegiale iniziarono il 9 novembre 2009”.