Rimane in carcere Ousseynou Sy, l’autista responsabile del sequestro del bus che trasportava studenti delle medie a San Donato Milanese. Il gip ha confermato la custodia cautelare, figurando il reato di strage aggravata dalla finalità terroristica. L’uomo non sarebbe pentito del suo gesto, che ha messo in pericolo la vita di 51 bambini e, come riporta il suo avvocato, sostiene di averlo fatto spinto dalle “voci” dei bambini morti nel Mediterraneo.
Sy resta a San Vittore: reato di strage aggravata da finalità terroristiche
Il gip milanese Tommaso Perna ha confermato la custodia cautelare in carcere per Ousseynou Sy. L’uomo, italiano di origine senegalese, è accusato di strage e ritenuto ancora pericoloso, dato che non avrebbe mostrato segni di pentimento per quanto successo.
Sy è anche accusato di sequestro di persona, resistenza e incendio. Come scrive Perna, le sue intenzioni erano di “compiere un’azione dimostrativa sull’onda dell’ira“, per condizionare le politiche migratorie del governo italiano e scoraggiare “l’Africa” dal riversarsi in Europa.
Il delirio del 47enne: “Sentivo le voci dei bambini morti in mare”
Il legale di Sy, Davide Lacchini, ha confermato che l’autista mostra chiari segni di squilibrio. Il legale ha riportato le dichiarazioni durante l’interrogatorio: “Sentivo le voci dei bambini morti in mare che dicevano ‘fai qualcosa di eclatante per noi ma non fare del male a questi bambini’. Le sentivo anche mentre ero sul pullman e mi dicevano di non fare male ai bambini italiani. E io infatti avevo versato i 10 litri di benzina solo per convincere i carabinieri a non spararmi perché in quel caso sarebbe scoppiato un incendio“.
L’uomo avrebbe negato la responsabilità per l’incendio del bus, adducendo come causa un possibile corto circuito. Il suo intento, spiega, era dirigersi a Linate ed usare i bambini come scudo, per compiere un’azione dimostrativa “non un impatto nazionale ma un massimo impatto internazionale“.