Matteo Salvini ha appena parlato, a pochissimi istanti dall’approvazione sia alla Camera che al Senato del disegno di legge sulla legittima difesa. Tanta la soddisfazione del vicepremier che ha voluto descrivere il risultato di oggi come la giusta conclusione di una “battaglia di civiltà“.
Ok alla legittima difesa: il provvedimento è legge
La legge sulla legittima difesa è passata anche al Senato, in terza lettura, ed è ufficialmente legge. “Questo 28 marzo è un bellissimo giorno non per un partito, non per la Lega ma per gli italiani. Dopo anni di chiacchiere e polemiche è stato sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa per chi viene aggredito a casa sua, nel suo bar, nel suo ristorante. Non si distribuiscono armi, non si legittima il Far West ma si sta con i cittadini perbene“, sono queste le prime fiere parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
In data odierna di fatto l’Assemblea del Senato ha ufficialmente approvato il provvedimento con ben 201 voti favorevoli. Un provvedimento dunque, come sottolinea Salvini: “Votato dalla stragrande maggioranza tranne che dal Pd. È veramente una bellissima giornata“. Sono stati solamente 38 i voti contrari all’approvazione del disegno di legge, e ancor meno – solamente 6 – gli astenuti.
“Stiamo con l’aggredito e non con l’aggressore“
La soddisfazione è forte e non solo per Matteo Salvini che, sempre fuori dalle porte intarsiate del Senato ha voluto chiosare: “Si sta coi cittadini per bene. Fare i rapinatori in Italia è difficile e sarà un mestiere ancora più pericoloso“. Interpellato da giornalisti sulla natura della legge, la risposta è immediata: “Voi badate molto alla forma, io bado alla sostanza. La legittima difesa è legge dello Stato e questo è l’ennesimo risultato che il governo dopo solo 9 mesi di vita porta a casa“. Ovviamente, il ministro dell’Interno ha voluto sottolineare più volte come la legge si prefigga di tutelare le vittime: “Noi stiamo con le vittime, noi stiamo con gli aggrediti, ovviamente ci saranno indagini e la magistratura che dirà la sua intanto noi stiamo con l’aggredito e non con l’aggressore“.